Per i pazienti che non possono beneficiare dei farmaci per contrastare l'epilessia, si profila una nuova speranza: la dieta chetogenica.

Secondo quanto riportato dalla Lega Italiana contro l’Epilessia, infatti, nei pazienti idonei a  seguire tale regime alimentare, si è registrata una netta diminuzione delle crisi epilettiche – fino all'85%  dei casi – e una remissione totale degli attacchi nel 55% dei soggetti. 

La dieta chetogenica è un particolare regime alimentare condotto sotto controllo medico, il cui obiettivo è quello di indurre e mantenere uno stato cronico di chetosi, ovvero una condizione metabolica in cui vengono utilizzati corpi chetonici come fonte energetica. La chetosi viene ottenuta mantenendo un basso apporto di carboidrati e un elevato apporto di grassi in rapporto controllato. Il 90% della razione alimentare è composto da lipidi, il 7% da proteine, il 2-3% da glucidi.

Data la particolarità dell'equilibrio nutritivo di questo regime alimentare, esso non è adatto a tutti i soggetti, come spiega Oriano Mecarelli, Presidente LICE, Dipartimento di Neuroscienze Umane dell'Università Sapienza di Roma: "Si tratta di una terapia dietetica non adatta a tutti i pazienti. Le persone con epilessia candidate al trattamento hanno spesso una storia clinica complessa ed è necessario eseguire uno screening preliminare clinico e biochimico per escludere un problema congenito del metabolismo che possa essere aggravato dalla dieta. Prima di iniziare la dieta chetogenica sono inoltre necessari incontri con le famiglie dei pazienti mirati a fornire informazioni sulla preparazione dei pasti, sulla necessità di somministrare integratori vitaminico-minerali e su come monitorare i livelli di chetosi e gli eventuali effetti collaterali."

Prima inizia il "trattamento" con questo regime alimentare, migliori saranno i risultati: nell’epilessia mioclono astatica dell’infanzia, ad esempio, è stato dimostrato un potente effetto anticonvulsivante nell’86% dei pazienti: in questi casi, dopo due mesi di dietoterapia la riduzione delle crisi epilettiche è risultata essere superiore al 70% .

La dieta chetogenica sortisce gli effetti di un trattamento a tutti gli effetti, quindi, tuttavia essa non può essere “somministrata” per tutta la vita, tranne in alcune specifiche malattie metaboliche. Nei bambini in cui essa induce una riduzione delle crisi superiore al 50%, la dieta può essere seguita anche per due anni, a meno che non insorgano effetti collaterali che ne richiedano la sospensione. Nei bambini che registrano una riduzione delle crisi pari al 90% ed effetti collaterali blandi o nulli, invece, la terapia dietetica può essere  seguita per diversi anni.

La Dottoressa Raffaella Cusmai, Responsabile scientifico del Gruppo di Studio ‘Dietoterapie in Epilessia’ LICE, Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, commenta così i dati divulgati: "Si tratta di dati estremamente importanti quelli presentati. Attualmente, nonostante l’introduzione di farmaci antiepilettici di nuova generazione, circa il 30% circa dei pazienti risulta farmaco-resistente. Pertanto, l’interesse della ricerca scientifica nei confronti della dieta chetogenica continua a rimanere alto e oggi ci invita ad approfondire alcune nuove prospettive emergenti come quello della relazione tra microbiota intestinale e cervello". 

 

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