Inappetenza, pesantezza di stomaco, bruciori, rigurgito acido, stanchezza, sonnolenza, eruttazioni, alitosi, flatulenza: questi i sintomi principali associati alla dispepsia, o difficoltà digestiva. Si tratta di un disturbo estremamente diffuso nel mondo occidentale, e sempre più anche nei Paesi emergenti: è infatti determinato per lo più da cattive abitudini alimentari e dall'assunzione di cibo in eccesso. Si stima che in Italia questo disturbo interessi il 30-40% della popolazione; stime più globali indicano l'incidenza al 20%. Numeri a parte, è un problema che interessa molte persone. In alcuni casi, alla base delle difficoltà digestive ci sono vere e proprie malattie, come ulcere gastriche, gastroduodeniti o, più raramente, tumori gastrici. Esistono tuttavia soggetti che, in assenza di lesioni evidenti, soffrono comunque di cattiva digestione.

Uno studio dall'Iran

Molti studi in letteratura suggeriscono che i principali macronutrienti responsabili di questa condizione siano i grassi alimentari: tuttavia, sono spesso studi condotti su un basso numero di persone e quindi dallo scarso peso. Ecco quindi che un team iraniano ha condotto, in collaborazione con colleghi canadesi e australiani, un nuovo studio trasversale su un ampio campione, composto da 4.763 soggetti. Questi sono stati valutati clinicamente per individuare chi soffre di “dispepsia non studiata” con una versione persiana dei criteri di Roma III. Inoltre gli autori hanno valutato la dieta dei partecipanti con un questionario apposito. L'8% soffre di pienezza postprandiale, il 7.8% di dolore gastrico e il 6.3% dei pazienti soffrono di saziazione precoce. La prevalenza di “dispepsia non studiata” è del 15.2%: venendo al confronto alimentare, questi soggetti mangiano meno carboidrati e più grassi. La quantità di proteine assunta è invece simile. Effettuate le opportune analisi statistiche gli autori hanno potuto evidenziare un'associazione tra tipologia di dieta e disturbi digestivi. In particolare, una dieta ricca in grassi e proteine sembra determinare, rispettivamente, senso di pieno nel periodo post prandiale e  dolore gastrico. Un altro intento dello studio era capire come intervenire sulla dieta dei pazienti per migliorare la disbiosi: in questo senso, lo studio suggerisce che una alimentazione con assunzione di carboidrati superiore al 48.2%, si proteine inferiore al <14.6% e di grassi inferiore al <38.6% previene dallo sviluppare sintomi digestivi. Ovviamente, per confermare l'azione preventiva e curativa dell'alimentazione su questi pazienti occorrerebbe aprontare degli studi ad hoc. In ogni caso, lo studio conferma molto di quanto già evidenziato da lavori precedenti, offrendo però maggiore sicurezza grazie alle dimensioni del campione preso in esame.

 

Studio: Agah, S.; Aminianfar, A.; Hassanzadeh Keshteli, A.; Bitarafan, V.; Adibi, P.; Esmaillzadeh, A.; Feinle-Bisset, C. Association between Dietary Macronutrient Intake and Symptoms in Uninvestigated Dyspepsia: Evidence from a Population-Based, Cross-Sectional Study. Nutrients 2022, 14, 2577. https://doi.org/10.3390/nu14132577