Il sistema immunitario ha un ruolo essenziale nella formazione e progressione di una neoplasia: teoricamente, questo sarebbe deputato a individuare ed eliminare ogni cellula che eluda il normale ciclo vitale, come fanno le cellule di un tumore. Eppure, queste stesse cellule hanno la capacità di modificare l'ambiente circostante, riducendo l'efficacia delle cellule del sistema immunitario. In alcuni casi, deviano queste stesse cellule a proprio favore. Ecco perché alcuni gruppi di ricerca studiano gli effetti che l'integrazione di immunomodulatori può avere sul tumore, come per esempio lo zinco. Quest'ultima è una sostanza che fa parte di almeno 300 enzimi, molti dei quali stimolano l'azione del sistema immunitario, inducendo la maturazione e la differenziazione delle cellule bianche del sangue e promuovendo lo sviluppo dei linfociti e la produzione di anticorpi.

Il ruolo nel tumore al seno

Da qualche tempo si parla del ruolo dello zinco nel tumore al seno: tema ripreso da uno studio condotto tra Svezia, Danimarca e Germania e pubblicato sulla rivista “Nutrients”. Gli autori si sono basati sulla popolazione femminile che ha partecipato al Malmö Diet and Cancer Study tra il 1991 e il 1996, allo scopo di verificare l'esistenza di connessioni tra dieta e sviluppo di tumori nel tempo. Di ognuna delle 17.035 donne coinvolte si hanno a disposizione una valutazione relativa alla dieta, esami del sangue, risposte a un questionario riguardante lo stile di vita, la storia clinica, i fattori riproduttivi e lo stato socioeconomico. Facendo un incrocio di dati con quelli del Swedish Cancer Registry, raccolti tra il 1991 e il 2013, è stato possibile individuare le pazienti che hanno sviluppato tumore al seno negli anni: in tutto 1995 soggetti. Su 1.062 pazienti con carcinoma mammario invasivo, sono state registrate 268 recidive, 205 decessi per cancro al seno e 228 per altre cause. Le donne morte per tumore al seno erano mediamente più vecchie all'inizio dello studio, avevano masse tumorali più grandi oppure linfonodi positivi o metastasi in atto o, ancora, presentavano tumori HER2+ e TNBC.

Per quanto riguarda lo zinco, si è visto che le donne con livelli plasmatici più elevati avevano spesso tumori più piccoli delle altre, ma classificati come grado 2 e PgR+. Al contrario, le donne che assumevano zinco alle maggiori quantità avevano tumori classificati come di grado 1 e spesso usavano integratori specifici. Tuttavia, arrivando alle conclusioni dello studio, non si sono osservate correlazioni tra i livelli di zinco e la sopravvivenza senza malattia (RSF), sopravvivenza specifica per il carcinoma mammario (BCSS) e la sopravvivenza generale (GS). Sembra invece che un intake medio-elevato di zinco associato a un alto intake di fosforo possano agire nel migliorare la BCSS e la OS. D'altronde, è noto che il fosforo impedisce che lo zinco crei degli aggregati che non possono essere assorbiti a livello intestinale, di fatto aumentandone l'assorbimento stesso. Tuttavia, occorre ricordare che precedenti revisioni hanno indicato un tetto massimo di fosforo oltre il quale questo effetto positivo sull'assorbimento di riduce. Lo studio ha dalla sua parte il fatto di essere basato su un campione ampio e ben strutturato, ma ha anche dei punti deboli... per esempio, i livelli di zinco sono stati misurati una sola volta. Questo lavoro certo non risponde alla domanda sul ruolo dello zinco nel migliorare la sopravvivenza nelle donne con tumore mammario, ma certo dà il proprio contributo.

 

Studio: Bengtsson, Y.; Demircan, K.; Rosendahl, A.H.; Borgquist, S.; Sandsveden, M.; Manjer, J. Zinc and Breast Cancer Survival: A Prospective Cohort Study of Dietary Intake and Serum Levels. Nutrients 2022, 14, 2575. https://doi.org/10.3390/nu14132575