Crucifere: uno studio ne rivela il ruolo cardioprotettivo nelle donne ultrasettantenni

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Un regime alimentare ricco di frutta e verdura, in particolare di crucifere, contribuisce a ridurre il rischio di patologie cardiache coronariche e ictus ischemico nelle donne sopra i 70 anni.

Lo rileva uno studio osservazionale australiano pubblicato su JAHA: la ricerca è stata condotta su un campione di circa 1000 donne ultrasettantenni, esenti da malattie cardiache, metaboliche e diabete mellito e con un’aspettativa di vita superiore ai 5 anni.

Crucifere: broccoli e cavoletti di Bruxelles
Secondo una ricerca, il consumo costante di crucifere può prevenire patologie a origine aterosclerotica.

Per ciascun soggetto sono stati misurati il peso corporeo, l’indice di massa corporea, la statura, il grado di attività fisica svolta, l’eventuale tabagismo e la condizione socio-economica. Alle partecipanti sono stati sottoposti dei questionari inerenti le abitudini alimentari, in particolare relative al consumo di vegetali e la sua frequenza:

  • crucifere (broccolo, cavolino di Bruxelles, cavolfiore e cavolo);
  • agliacee (aglio, cipolla, porro);
  • verdure rosse/gialle/arancioni (pomodoro, barbabietole, carota, zucca,   peperoncino);
  • verdure a foglia verde (lattuga e altre insalate, sedano, bietola, spinaci);
  • legumi.

Si ipotizza che l’effetto cardioprotettivo svolto dalle verdure (dalle crucifere in particolare) sia imputabile a sostanze in esse contenute: i tiocomposti e i composti fitochimici, ad esempio, questi ultimi noti per la propria capacità di rallentare l’insorgenza dell’aterosclerosi e patologie a essa correlate.

L’apporto totale giornaliero di verdure è stato calcolato in porzioni (75 g/die), suddivise in tre categorie: <2, 2–<3 e ≥3 porzioni/die.

All’interno del range tra massimo e minimo consumo di verdure, si è osservata una differenza di 0,05 mm nello spessore della carotide: questo dato potrebbe essere clinicamente rilevante, poiché è dimostrato che una riduzione di 0,1 mm dello spessore intimale equivale a una diminuzione pari al 10-18% del rischio di infarto o ictus.

Dallo studio, inoltre, è emerso che un aumento del 10% nell'assunzione quotidiana di crucifere si traduce in  una diminuzione dello 0,8% dello spessore parietale carotideo. Non è stata invece rilevata alcuna correlazione tra l’assunzione di vegetali e la severità delle placche.

In conclusione, quindi, il trial evidenzia una correlazione inversamente proporzionale tra l’assunzione di crucifere e lo spessore della parete carotidea, suggerendo che un consumo costante di tali verdure possa prevenire patologie a origine aterosclerotica.

Originale integrale su: http://jaha.ahajournals.org/content/7/8/e008391#sec-26