Diversi studi osservazionali hanno evidenziato una possibile correlazione tra bassi livelli sierici di vitamina D e un elevato rischio di patologie cardiovascolari, tuttavia tali studi non sono stati in grado di dimostrarne la causalità.

Integratori vitaminici e malattie CV

Al fine di stabilire l’eventuale correlazione tra l’assunzione di vitamina D e un ridotto rischio cardiovascolare, è stata condotta una metanalisi, i cui risultati sono stati pubblicati su Jama Cardiology, all'interno di un articolo dal titolo "Vitamin D Supplementation and Cardiovascular Disease Risks in More Than 83 000 Individuals in 21 Randomized Clinical Trials. A Meta-analysis".

Essa ha preso in esame i dati relativi a 21 studi clinici randomizzati relativi a 83.291 soggetti: di questi, a 41.669 è stata somministrata vitamina D, mentre i restanti 41.622 hanno ricevuto il placebo. L’età media dei partecipanti era di 65,8 anni; il 74.4% dei soggetti era costituito da donne.

La somministrazione di vitamina D non ha mostrato associazioni con una ridotta incidenza di eventi cardiovascolari, infarto miocardico, ictus, mortalità da rischio cardiovascolare o per tutte le altre cause di morte.

Conclusioni

La metanalisi non ha rilevato alcuna associazione con un ridotto rischio di eventi cardiovascolari maggiori né di end-point secondari (infarto miocardico, ictus, mortalità cardiovascolare).

Le evidenze suggeriscono che l’assunzione di vitamina D non conferisca alcuna protezione rispetto al rischio cardiovascolare e che il suo utilizzo non sia indicato per questo scopo.

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