Alcuni studiosi portoghesi hanno prodotto una revisione degli studi incentrati sugli effetti della cannella sulla glicemia e sul profilo lipidico dei pazienti.

Si stima che entro il 2035 il numero di soggetti affetti da diabete di tipo 2 nel mondo crescerà dagli attuali 480 milioni a 692 milioni: un problema socio-sanitario di non poco conto, se si pensa che è una delle cause principali di morte e disabilità acquisita al mondo. Escludendo le patologie renali associate al diabete, nel 2019 il tasso di morte per questa malattia si è attestato su 20,9/100.000 abitanti. E coloro che perdono la vista, oppure una parte degli arti inferiori, sono moltissimi. La causa principale di questa epidemia è la dieta: si potrebbe quindi fare molto dal punto di vista della prevenzione... La dieta è anche una delle cure principali di questa malattia, affiancata ovviamente a farmaci che regolano i livelli di glucosio nel sangue.

Una spezia efficace

Esistono, poi, sostanze attive di origine vegetale che possono contribuire al controllo glicemico, sempre in sinergia con le cure farmacologiche. Tra queste c'è la cannella, da tempo sotto la lente di studi scientifici. Una recente revisione narrativa, pubblicata su Nutrients, sembra confermare l'efficacia di questa spezia, originaria dello Sri Lanka ma diffusa in tutto l'Oriente, compresa la Cina, dove vi sono documenti che ne attestano l'uso in medicina a partire almeno dal 2700 a.C. 23 in tutto gli articoli inclusi in questo lavoro, 14 incentrati sugli effetti della cannella sulla glicemia e 9 sul profilo lipidico dei pazienti: i due aspetti sono infatti altrettanto importanti in un soggetto diabetico, perché si influenzano vicendevolmente. Tra gli studi rianalizzati, molti sostengono la capacità di Cinnamomum cassia, la cannella cinese, nel migliorare la glicemia a digiuno, in alcuni casi anche del 18-29%, soprattutto se usata in sinergia con i farmaci standard. Cinnamomum zeylanicum, in associazione con la C. cassia, sembra invece ridurre i livelli plasmatici di emoglobina glicata A1c. Ma quali dosi sono efficaci? In questo caso, la revisione non riesce a rispondere con chiarezza, perché come sempre gli studi individuati presentano protocolli differenti e così anche dosi differenti: in alcuni studi sembra che 1-2 g di cannella cinese siano sufficienti per ottenere un risultato interessante, mentre in un paio anche 6 g non hanno dato esito alcuno.

Approfondimenti necessari

Esiste, quindi, ancora un dubbio rispetto all'efficacia di questa spezia: che sia utile in alcuni particolari profili di soggetti e non in tutti? Non dobbiamo dimenticare che le medicine tradizionali, ben prima di quella allopatica, conoscevano il senso della cura personalizzata e sceglievano i rimedi in base alle caratteristiche del soggetto da trattare. Un aspetto che, alle volte, è perso negli studi di carattere scientifico. Per quanto riguarda, invece, il profilo lipidico in soggetti diabetici, gli studi su animale ne supportano l'efficacia, mentre la maggioranza di quelli in uomo non individuano un effetto significativo. Occorre quindi proseguire con le valutazioniSarebbe utile allestire studi con protocolli simili e su un maggior numero di soggetti per avere risposte più certe. La revisione è stata condotta dall'Istituto Universitario Egas Moniz di Caparica, in Portogallo e dall'Università del Lancashire Centrale, in UK.

 

Studio: Silva, M.L.; Bernardo, M.A.; Singh, J.; de Mesquita, M.F. Cinnamon as a Complementary Therapeutic Approach for Dysglycemia and Dyslipidemia Control in Type 2 Diabetes Mellitus and Its Molecular Mechanism of Action: A Review. Nutrients 2022, 14, 2773. https://doi.org/10.3390/nu14132773

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