Il peperoncino è una spezia molto diffusa nel nostro paese, e da secoli viene indicato come importante alleato del cuore. Sono recenti i primi studi scientifici condotti in merito in Cina e negli Stati Uniti; quello eseguito dai ricercatori del Mediterranean Neurological Institute è il primo studio che ha interessato una popolazione mediterranea.

Lo studio, realizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università dell’Insubria e del Cardiocentro Mediterranea di Napoli, ha elaborato i dati di un ampio progetto italiano (Moli-sani): 22.811 persone di entrambi i sessi sono state seguite – valutandone stato di salute e abitudini alimentari – a partire dal 2005 per circa 8 anni, periodo durante il quale si sono verificati 1236 decessi (36% per cause cardiovascolari, 39% per cancro, 25% per altre cause).

Tra i soggetti della popolazione di studio, il 23,4% consumava peperoncino almeno 4 volte la settimana, il 33,7%, invece, non lo consumava o ne faceva un uso sporadico.

Secondo i risultati, nei oggetti che consumano regolarmente peperoncino il rischio di decesso per infarto si riduce del 40%, mentre la morte imputabile a ictus è risultata quasi dimezzata.

Marialaura Bonaccio, epidemiologa Neuromed e prima autrice dello studio, commenta così i risultati: "Il dato interessante è che l'effetto protettivo della spezia sembra essere indipendente dal tipo di dieta seguita: esso, infatti, si manifesta sia in soggetti che seguono la dieta mediterranea, sia in altri che invece si attengono a un regime alimentare meno sano."

Licia Iacoviello – a capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli – aggiunge:
"[...] ora è necessario che la ricerca proceda in modo rigoroso per fornire evidenze scientifiche. Come già osservato negli studi effettuati in Cina e negli Usa, è chiaro che le piante appartenenti al genere Capsicum, anche se consumate in maniere differenti all'interno di diversi regimi dietetici e stili di vita, possono avere un effetto positivo sulla salute."

Ora, quindi, saranno necessari studi per approfondire i meccanismi biochimici alla base di tali effetti benefici.

Articoli correlati

Ridotto rischio di cardiopatia ischemica per chi non consuma carne

L’assunzione di acido linoleico può ridurre il rischio di eventi cardiovascolari