Un’adeguata assunzione di iodio durante la gravidanza è importante per la produzione degli ormoni tiroidei necessari per un neuro sviluppo fetale ottimale. Le conseguenze di una grave carenza di iodio (ID) includono aborto spontaneo, parto prematuro, anomalie congenite e cretinismo endemico.

Apporto giornaliero di iodio in gravidanza

Inoltre, il fabbisogno di iodio aumenta di circa il 50% durante la gravidanza, a causa dell’aumento delle richieste sintetiche tiroidee, dell'aumento della clearance renale dello iodio e del trasferimento di iodio e tiroxina nel feto.
In regioni classificate come lievemente carenti o borderline, le gestanti possono avere difficoltà ad aumentare il loro livello di apporto di iodio, in modo da offrire una nutrizione sufficiente per il feto in via di sviluppo.

Il caso australiano

In Australia ad esempio le linee guida del National Health and Medical Research Council (NHMRC) raccomandano che l'assunzione giornaliera di iodio (IRA) per adolescenti e adulti aumenti da 150 μg/die a 220 μg/die durante la gravidanza. Per attuare tali indicazioni, sono state introdotte nel 2010 delle raccomandazioni destinate alle donne in gravidanza e in fase di allattamento, oltre alle donne che pianificano una gravidanza, che consigliano l’assunzione di un’integrazione giornaliera di iodio di 150 μg/die, per il raggiungimento dei livelli di RDI consigliati.

Uno studio sull'apporto di iodio nelle donne incinte

A tal proposito, in Tasmania è stata condotta un’indagine su 255 donne incinte, volta a esaminare l’apporto di iodio e a identificare i fattori che consentono di raggiungere i livelli di assunzione adeguati.

All'inizio dello studio, il MUIC (concentrazione urinaria di iodio media) delle donne coinvolte era pari a 133. IL MUIC era più alto nel gruppo di donne al primo trimestre della gravidanza, e più basso nel gruppo di donne nel terzo trimestre (161 vs. 119 µg/L, p = 0.046).

Due terzi delle partecipanti (171) assumeva un’integrazione di iodio; di queste, 149 assumevano la dose raccomandata di 150 µg/die, o una dose superiore. La dose media dell’integrazione di iodio giornaliera era pari a 178 µg.

Le gestanti che al momento dell’indagine assumevano ancora integratori contenenti iodio mostravano un livello medio di apporto dell’elemento maggiore (155 µg/L, n = 171) rispetto a quello delle donne che non avevano mai assunto integratori (120 µg/L, n = 61), o che avevano interrotto la supplementazione (90 µg/L n = 23). Inoltre, il MUIC combinato di questi ultimi due gruppi, oltre a essere significativamente più basso rispetto a quello del gruppo con integrazione, era indicativo di carenza di iodio (ID).

Un’ulteriore precisazione: tra le donne che assumevano ancora gli integratori, solo quelle che avevano iniziato l’assunzione prima del concepimento, con integratori contenenti una dose di iodio pari o superiore a quella raccomandata di 150 µg mostravano valori di apporto giornaliero adeguati. Il MUIC di questo gruppo (196 (98–315) µg/L, n = 45) era significativamente più alto rispetto a quello degli altri gruppi combinati.

Prendendo poi in esame le partecipanti che assumevano supplementi, si è osservato una diminuzione del MUIC da un trimestre all'altro solo nelle donne che avevano iniziato l’integrazione dopo il concepimento. In questo gruppo, il MUIC nel terzo trimestre era significativamente più basso che nel primo trimestre (184 vs. 98 µg/L, p = 0.032).

L’indagine ha poi coinvolto anche 63 donne non incinte e che non allattavano, di età compresa tra i 21 e i 50 anni. Il loro MUIC era 79 (48–135) µg/L. Il valore di riferimento di coloro che assumevano un’integrazione rientrava nel range di valori considerato adeguato, ma non era comunque molto più alto rispetto a quello delle donne che non prendevano integratori.

L’importanza dell’integrazione di iodio in gravidanza

I risultati dello studio indicano dunque che le donne della Tasmania continuano a essere a rischio ID durante a gravidanza. Un’integrazione di iodio coerente con le raccomandazioni fornite NHMRC può comunque migliorare il livello di apporto giornaliero, e, come emerge dall'analisi, livelli adeguati di iodio possono essere raggiunti iniziando l’integrazione prima del concepimento, e continuandola durante la gravidanza.