Neuroprotettori: è questa una delle ultime frontiere nell’approccio al glaucoma, grave patologia che porta progressivamente alla cecità, in funzione del fatto oggi viene considerata una malattia neurodegenerativa, al pari di Alzheimer, Parkinson e Sclerosi laterale amiotrofica (Sla).

Le conferme della stretta relazione tra cervello e occhi arrivano da almeno due studi scientifici: l’uno condotto da ricercatori americani e spagnoli e pubblicato sulla rivista scientifica Progress in Neurobiology, l’altro ad opera del Dipartimento di Oftalmologia del Doheny Eye Institute di Pasadena, California, pubblicato sulla rivista scientifica Eye Brain. Relazione, quella occhio-cervello, che è stata anche al centro del V Congresso internazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma (Roma, 3-5 marzo) che ha preceduto la Settimana mondiale del glaucoma (6-12 marzo 2022).

Una malattia neurodegenerativa

È questa la nuova classificazione attribuita al glaucoma, ovvero una condizione patologica che non si estende limitatamente all’occhio, ma che ha una forte implicazione anche a livello cerebrale. Ci sarebbero, infatti, almeno 4 elementi che accomunano il glaucoma e le malattie neurodegenerative: fattori vascolari, stress ossidativo, metabolismo dei mitocondri, rilascio di sostanze tossiche per le cellule cui si aggiunge per il glaucoma l’aumento della pressione oculare.

Manifestazioni che in sede cerebrali sarebbero ben più precoci: «Le evidenze più recenti – spiega Matteo Sacchi, responsabile del Centro Glaucoma dell’Ospedale San Giuseppe, Università degli Studi di Milano in occasione della partecipazione al Congresso - dimostrerebbero che cambiamenti strutturali e funzionali indotti dalla degenerazione della malattia, quali l’assottigliamento dello strato retinico interno e la riduzione dei livelli di colina nella corteccia visiva, nel cervello compaiono ben prima dei difetti del campo visivo. Inoltre nel glaucoma, al pari delle malattie neurodegenerative, si assiste sia alla degenerazione cellulare tramite apoptosi e rilascio di sostanze tossiche come glutammato, amiloide e ioni calcio, sia alla progressione e cronicità di malattia similmente a quanto accade anche in altre patologie neurodegenerative». Ecco spiegata, dunque, la relazione tra le due condizioni.

Malattia e approccio multifattoriale

Aver compreso che il glaucoma è una patologia multifattoriale, ha indirizzato anche il trattamento verso opzioni terapeutiche combinate e su più fronti, e che trova giustificazione nel fatto che 30% di pazienti attenzionati solo per la pressione oculare, mostrano una progressione del glaucoma. Da cui l’indicazione ad abbinare alla terapia ipotonizzante, che resta lo standard di cura, anche un trattamento ad azione neuroprotettiva, pur nella consapevolezza che ad oggi non si è ancora giunti a una terapia risolutiva per il glaucoma.

La neuroprotezione

Sono allo studio diverse molecole, tuttavia fra gli agenti neuroprotettori considerati, il coenzima Q10 e la citicolina, sembrano i più interessanti rappresentano anche alcuni dei ‘talloni di Achille’ del glaucoma stesso. «La terapia neuroprotettiva consente di agire su due fronti – continua l’esperto -: utilizziamo il coenzima Q10 come terapia adiuvante per cercare di aiutare il metabolismo energetico mitocondriale che nel glaucoma è deficitario e la citicolina, che l’organismo produce in autonomia ma che risulta carente nelle malattie neurodegenerative, per supportare l’aspetto strutturale della cellula retinica. Coenzima Q10 e citicolina lavorano in sinergia, con azioni diversi ma convergenti in un unico obettivo di neuroprotezione».

Prevenzione

Visite oculistiche effettuate con regolare periodicità in caso di familiarità con la malattia e dopo i 50 anni consentono l’eventuale diagnosi precoce attraverso la misurazione della pressione intraoculare e corretto stile di vita finalizzato a contrastare lo stress ossidativo e riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare, quali fumo di sigaretta, pressione arteriosa e colesterolo: sono queste le armi preventive che aiutano a controllare il glaucoma. E, soprattutto in caso di malattia già conclamata, regolare e moderata attività fisica, che contribuisce a migliorare la circolazione di sangue anche a livello del nervo ottico.

Fonti:

  • Artero-Castro A, Rodriguez-Jimenez FJ, Jendelova P el at. Glaucoma as a neurodegenerative disease caused by intrinsic vulnerability factors. Progress in Neurobiology, 2020. doi: 10.1016/j.pneurobio.2020.101817. Epub 2020 Apr 29.
  • Chan JW, Chan NCY, Sadun AA. Glaucoma as Neurodegeneration in the Brain. Eye Brain, 2021, 13:21-28. doi: 10.2147/EB.S293765. eCollection 2021