Assumere tutti i giorni vitamina D ad alto dosaggio (2000 UI) non previene il cancro nè riduce il rischio cardiovascolare. Lo afferma uno studio, pubblicato dal New England Journal of Medicine, condotto su più di 25mila adulti sani over50 dai ricercatori del Brigham and Women's Hospital e Harvard Medical School.

vitamina D ad alto dosaggio non previene il cancro studio sul NEJM
La vitamina D ad alto dosaggio non previene il cancro e non riduce il rischio cardiovascolare. Studio su oltre 25000 adulti statunitensi pubblicato dal NEJM

Lo studio

Lo studio, randomizzato in doppio cieco e controllato con placebo, ha coinvolto 25871 soggetti adulti statunitensi, ultracinquantenni (età media 67,1 anni) e con anamnesi negativa in termini di neoplasie e patologie cardiovascolari al basale.

I soggetti sono stati randomizzati in doppio a cieco ad assumere quotidianamente 2000 UI di vitamina D e 1 g di acidi grassi omega-3 da fonti marine oppure placebo.

End-point primario dello studio era valutare l'efficacia rispetto al placebo della supplementazione quotidiana di vitamina D ad alto dosaggio nella prevenzione primaria di ogni tipo di cancro e di eventi cardiovascolari maggiori (infarto del miocardio, ictus, morte per cause cardiovascolari). End-point secondari comprendevano la prevenzione di tumori sito-specifici (tumore al seno, tumore alla prostata, tumore colon-rettale), morte per cancro ed eventi cardiovascolari aggiuntivi.

Risultati

Dai risultati dello studio, dopo un periodo di osservazione medio di 5,3 anni in media di follow-up, la supplementazione con 2000 UI vitamina D non ha ridotto il rischio di insorgenza di qualunque tipo di tumore (hazard ratio- HR 0,96) nè il rischio di eventi maggiori cardiovascolari (HR 0,97) rispetto al placebo.

La supplementazione con vitamina D non ha mostrato alcun vantaggio rispetto al placebo nel ridurre il rischio di

  • morte per tumore HR 0,83
  • tumore al seno HR 1,02
  • tumore alla prostata HR 0,88
  • tumore colon-rettale HR 1,09
  • eventi cardiovascolari e rivascolarizzazione coronarica HR 0,96
  • infarto del miocardio HR 0,96
  • ictus HR 0,95
  • morte per cause cardiovascolari HR 1,11
  • morte per tutte le cause HR 0,99

I risultati osservati non hanno mostrato alcuna correlazione con i livelli ematici di vitamina D presenti al basale nei soggetti inclusi nello studio.

I punti di forza dello studio sono diversi:

  • ampia popolazione, bilanciata dal punto di vista di etnia e provenienza etnica dosaggio
  • elevato di vitamina D, rispetto a studi precedenti che hanno valuto dosaggi inferiori o variabili
  • periodo di osservazione lungo (media di 5 anni), sufficiente per valutare gli effetti della supplementazione con vitamina D sul rischio di cancro e di eventi cardiovascolari.

«I risultati del nostro studio confermano quanto già osservato da studi precedenti - commenta JoAnn Manson, primo autore dello studio - Certamente sono necessarie ulteriori conferme anche con dosaggi variabili di vitamina D e un periodo di osservazione più lungo. Ulteriori sviluppi dello studio potranno potranno prevedere l'effetto della valutazione anche sul rischio di diabete, insufficienza cardiaca e patologie autoimmuni».