Sostiene la respirazione cellulare e la circolazione sanguigna, agisce come protettivo per la cute ed è fondamentale per il corretto funzionamenti di sistema nervoso e digestivo: è la niacina, o vitamina B3. Chiamata anche vitamina PP, da “pellagra preventive factor”, questa sostanza è naturalmente presente nella carne bianca, negli spinaci, nel salmone, nel pesce spada e nel tonno, oltre che nel fegato di manzo e nel lievito di birra: essendo idrosolubile, deve essere assunta regolarmente con l'alimentazione. Stati di malnutrizione, magari associati a patologie gravi, possono determinarne quindi una carenza. Il fabbisogno giornaliero raccomandato per la niacina è di 14 mg per le donne e 16 per gli uomini, dose che può arrivare a un massimo di 35 mg, mentre nei bambini si parte dai 2 mg per arrivare ai 16, a seconda dell'età. È noto che carenze di niacina si manifestano con una serie di sintomi, che vanno dall'irritabilità al mal di testa, dalla nausea alla cattiva digestione.

Un recente studio cinese mette in relazione un maggior apporto di niacina con l'alimentazione a una diminuita mortalità in pazienti affetti da tumore. Gli autori si sono basati sul programma statunitense NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey), condotto dal National Center for Health Statistics del Center for Desease Control and Prevention. Lo studio permanente si ripromette di comprendere come l'alimentazione incida sul benessere e la salute dei partecipanti, coinvolgendo in modo casuale una serie di soggetti così da rispecchiare la popolazione generale statunitense: questi vengono sottoposti a una serie di visite mediche e rispondono a questionari inerenti anche il proprio stile alimentare. Il team cinese ha quindi estratto dal database i dati dei partecipanti per i quali è stata stimata anche l'assunzione di niacina, in tutto 3504, tra i quali anche pazienti oncologici. Nel corso dei 15 anni di follow up presi in considerazione sono morte 1054 persone, delle quali 342 per tumore. Proseguendo con l'analisi, gli autori hanno potuto osservare che la mortalità per cancro si riduce all'aumentare dell'assunzione di niacina, senza raggiungere un apparente plateaux. Per le altre cause di morte, invece, si osserva un effetto protettivo fino a 25 mg al giorno di niacina, superato il quale la vitamina sembra non avere più alcuna efficacia. Parrebbe quindi che un'alimentazione ricca in niacina sia necessaria per il benessere del soggetto e, quindi, per ridurre il rischio di morte per tutte le cause, mentre nel caso del tumore potrebbe essere utile pensare a un'integrazione esterna. Lo studio permette anche di delineare l'identikit del soggetto più a rischio di incorrere in una carenza di questa vitamina, almeno negli Stati Uniti: donne, soggetti di etnia messicana americana, fumatori, persone con basso livello di istruzione e alcolisti. Lo studio è pubblicato su “BMC Cancer”.

Studio: Ying, H., Gao, L., Liao, N. et al. Association between niacin and mortality among patients with cancer in the NHANES retrospective cohort. BMC Cancer 22, 1173 (2022). https://doi.org/10.1186/s12885-022-10265-4