In molti Paesi, l'olio di cocco è molto utilizzato ed è spesso considerato un alimento estremamente salutare, da preferire in cucina rispetto ad altri oli vegetali: secondo un sondaggio del 2016, il 72% degli americani intervistati lo considerava un alimento sano, nonostante le riserve dei nutrizionisti, dei quali solo il 37% concordava con tale percezione. I diversi studi condotti hanno portato risultati discordanti: mentre alcuni sostengono che il consumo di tale olio vegetale potrebbe contribuire a ridurre il grasso corporeo e alleviare lo stato infiammatorio, sono molte le perplessità circa il suo utilizzo a causa dell'elevata quantità di acidi grassi saturi, pari a circa il 90%.

Un gruppo di ricercatori di Singapore ha recentemente condotto una metanalisi per cercare di fare chiarezza sui dati contrastanti. Sono stati selezionati 16 studi clinici della durata di almeno 2 settimane, pubblicati fino a giugno 2019, per un totale di 730 partecipanti. Tali studi valutavano gli effetti metabolici dall'assunzione di olio di cocco rispetto ad altri tipi di grassi (ad esempio, olio di soia, olio di oliva).

Risultati

Il consumo di olio di cocco ha incrementato sensibilmente il colesterolo LDL di 10,47 mg/dL e la frazione HDL di 4 mg/dL. Relativamente agli altri parametri considerati (glicemia, grasso corporeo, marker di infiammazione) non si sono invece evidenziate differenze significative.

Conclusioni

Secondo i ricercatori, l'aumento di 10,47 mg/dL del colesterolo LDL potrebbe tradursi in un incremento pari al 6% circa di eventi cardiovascolari e in un aumento del 5,4% rispetto al rischio di mortalità per patologia coronarica. Pertanto, nonostante sia considerato salutare, l'olio di cocco non produce effetti positivi rispetto al rischio cardiovascolare, pertanto è opportuno consigliarne un uso limitato.

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