Studi di laboratorio e un piccolo trial clinico sembrano suggerire la potenzialità dell'urolitina A, naturalmente prodotta dal microbioma intestinale umano dalla degradazione di alcune molecole contenute in frutti come melograno, noci e frutti di bosco, di stimolare la mitofagia, ovvero la degradazione selettiva dei mitocondri e/o l’eliminazione dei quelli danneggiati, e migliorare la funzione muscolare negli esemplari più anziani. Al pari sembrerebbe in grado di indurre l'espressione genica mitocondriale in individui di età (più) avanzata. Lo evidenzia un lavoro, ad opera di ricercatori dell'Università di Washington, a Seattle (USA), pubblicato su JAMA Network Open.

Funzionalità mitocondriale e invecchiamento

La relazione fra i due fattori è stretta: l'invecchiamento si associa a un declino generale, compreso della funzionalità mitocondriale, che impatta anche sulla riduzione della forza fisica e muscolare. Evento che, nella pratica, si traduce nella limitazione di movimento e capacità di svolgere esercizio fisico. La perdita o riduzione di attività dei mitocondri sembrerebbe, dunque, avere implicazioni nelle malattie muscolari. La ridotta produttività di ATP (adenosina trifosfato) da parte degli organelli intracellulari sarebbe causa dell’aumento della sensazione di fatica e di quanto ne consegue.

La scienza si sta pertanto interrogando sulle possibilità di contrastare, rallentandolo, questo evento. Una potenziale ‘soluzione’ sembra offerta dall'urolitina A, metabolita alimentare naturale derivato dal microbioma intestinale, la cui produzione può essere influenzata da diversi fattori: tipologia di dieta, età, genetica, specifiche malattie e comorbidità. Gli esiti più evidenti in soggetti anziani, dove i livelli di urolitina A sono sensibilmente variabili. Esperimenti di laboratorio mostrerebbero la capacità di questa sostanza naturale di migliorare le funzionalità muscolare in animali di età più matura, da cui l’ipotesi di efficacia anche sull’uomo. Prime evidenze suggerirebbero la capacità di urolitina A di indurre l'espressione dei geni dei mitocondri negli anziani.

Urolitina A e anziani, lo studio

Partendo da queste premesse un gruppo di ricercatori americani ha avviato un piccolo studio clinico randomizzato in doppio cieco, condotto tra marzo 2018 e luglio 2020, presso un centro medico e un centro di ricerca sul cancro a Seattle, Washington. Sono stati così reclutati 66 partecipanti, in prevalenza donne (50, pari al 75,8%) di età compresa tra 65 e 90 anni, suddivisi in due gruppi. Il primo, di 33 partecipanti, in terapia, invitato ad assumere un'integrazione orale con 1000 mg giornalieri di urolitina A per 4 mesi e il secondo un placebo.

Scopo dello studio era infatti valutare l’impatto della sostanza nel migliorare la forza e la performance muscolare valutata attraverso il test 6-minutes walk distance (test del cammino in 6 minuti), esami di forza muscolare di mani e gambe e biomarcatori plasmatici associati alla salute mitocondriale e cellulare, a 2 e 4 mesi. Nello specifico la distanza percorsa a piedi sui sei minuti e la produzione massima di ATP sono state valutate utilizzando la spettroscopia di risonanza magnetica al basale e alla fine dello studio a 4 mesi. L'analisi è stata condotta con un approccio intention-to-treat.

I risultati dello studio

I dati emersi tendono a dimostrare l’efficacia dell'urolitina A, con risultanze diverse nell’arco di tempo in cui lo studio è stato condotto. Nel gruppo in trattamento, infatti, si sarebbe osservato a 2 mesi un miglioramento della resistenza muscolare, ovvero l’aumento del numero di contrazioni muscolari fino all'affaticamento, rispetto al basale e nel gruppo placebo. A 4 mesi si sarebbe misurata una riduzione dei livelli plasmatici di acilcarnitina, ceramidi e proteina C-reattiva, rispetto al placebo. Mentre non si sarebbero registrate differenze statisticamente significative in relazione al test del cammino e alla produzione di ATP nei muscoli della mano fra il gruppo in trattamento con urolitina A e il gruppo placebo. Valore aggiunto: la sostanza ha mostrato un profilo di sicurezza e tollerabilità non facendo registrare eventi avversi diversi rispetto al gruppo di controllo.

I risultati, essendo su piccoli numeri, non sono sufficienti a trarre conclusioni definitive, pertanto meritevoli di eventuali studi di approfondimento. I primi dati, sebbene non facciano registrare efficacia sul test del cammino e la produzione di ATP nei muscoli della mano, mostrerebbero benefici a lungo termine (4 mesi) dall’assunzione di urolitina A sulla resistenza muscolare e i biomarcatori plasmatici. Le premesse suggeriscono che l'urolitina A potrebbe aiutare a contrastare il declino muscolare associato all'età.

Fonte:

  • Liu S, D’Amico D, Shankland E et al., "Effect of urolithin A supplementation on muscle endurance and mitochondrial health in older adults". JAMA Network Open (2022) 5(1):e2144279