Lo studio prospettico, pubblicato su Jama Internal Medicine, ha raccolto e successivamente analizzato i dati relativi a 70.696 individui di età compresa tra i 45 e i 74 anni, la cui storia medica non riportava (al momento dell'inclusione) precedenti di cancro, patologia cerebrovascolare e/o cardiaca. Lo studio è durato circa 18 anni, periodo nel quale si sono registrati 12 381 decessi totali. Le abitudini alimentari dei partecipanti sono state registrate mediante la compilazione di questionari; la popolazione è stata suddivisa in gruppi in base all'apporto proteico espresso in percentuale di energia totale.

Risultati

Dallo studio non si evince una correlazione tra consumo di proteine animali e rischio di mortalità per tutte le cause o per cause specifiche; tuttavia, un elevato consumo di proteine vegetali (8,6% dell'apporto energetico totale quotidiano) si associa con un ridotto rischio di mortalità per tutte le cause (-13%) e per cause cardiovascolari (-16%).

Inoltre, la sostituzione del 3% della quota proteica assunta mediante carne rossa (e/o il 4% di quella assunta con carni lavorate) con proteine di origine vegetale, si assocerebbe, sul lungo periodo, a una riduzione della mortalità per tutte le cause.

Conclusioni

Alla luce dei dati analizzati, i ricercatori concludono che l'aumento del consumo di proteine vegetali, in sostituzione di quelle derivate da carni rosse e/o trasformate, si correla con una diminuzione del rischio di morte per tutte le cause in generale, e di decesso per patologie cardiovascolari in particolare.

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