Può un cibo di produzione industriale avere benefici di salute, ovvero limitare il rischio di insorgenza di specifiche neoplasie? Sì, se parliamo di tonno in scatola sott’olio e di tumore del colon-retto, a condizione che si rispettino definite quantità di assunzione. È quanto emerge da uno studio italiano, pubblicato su Nutrients, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, condotto in collaborazione con l’Università degli Studi cittadina, nell’ambito delle attività dell’Italian Institute for Planetary Health (IIPH) relative al ruolo degli alimenti nella prevenzione di specifiche patologie. Lo studio ha inteso confrontare i benedici del consumo di tonno fresco rispetto a quello conservato, in scatola (o in vetro) sott’olio.

Lo studio

Almeno due porzioni alla settimana di pesce in scatola sott’olio, pari a 80 grammi ciascuna: sono le quantità di consumi potenzialmente sufficienti a ridurre del 34% il rischio di insorgenza del tumore del colon-retto, largamente diffuso nella popolazione di ambo i sessi. I dati de “I numeri del cancro 2021” di AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) stimano nel 2020 circa 43.700 nuove diagnosi, di cui 23.400 fra gli uomini e 20.300 fra le donne, e un elevato tasso di mortalità. Si prevedono per il 2021, 21.700 decessi, di questi 11.500 nel maschio e 10.200 nella popolazione femminile. La recente ricerca ha analizzato i dati di due studi caso-controllo, condotti tra il 1992 e il 2010 in diverse aree italiane, grazie a dei finanziamenti di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, che hanno incluso un totale di 2419 casi incidenti e 4723 controlli ospedalieri. End-point primario dello studio era valutare l’impatto di un alimento specifico, comunemente presente sulle tavole - il tonno sott’olio in scatola – ma poco indagato, in relazione alla potenzialità di contenere il possibile sviluppo di tumore del colon retto (CRC). Valòutazione che è partita innanzitutto da una suddivisione dei consumi di pesce in scatola in base alla frequenza settimanale (s/w): meno (<) di 1 porzione a settimana (p/p) (categoria di riferimento), 1<2 s/w e ≥2 s/w. Sono stati poi calcolati gli odds ratio (ORs) e gli intervalli di confidenza al 95% (CIs) utilizzando modelli di regressione logistica incondizionata, con aggiustamenti per diversi fattori confondenti riconosciuti. L’analisi ha consentito di rilevare che nel complesso, il consumo di pesce in scatola era inferiore tra i pazienti afferenti al gruppo dei casi rispetto ai controlli (23,8% contro 28,6%), evidenziando anche un'associazione inversa tra consumo di pesce in scatola e rischio di CRC, con una tendenza significativa sulla curva di rischio (OR = 0,81, IC 95%: 0,71-0,92 per il consumo intermedio e OR = 0,66, IC 95%: 0,51-0,85 per quello più alto). Dati risultati coerenti tra gli strati di diverse covariate.

Gli esiti

I risultati emersi sono confortanti e sosterrebbero il fatto che il pesce in scatola sott’olio può essere incluso all’interno di una dieta sana ed equilibrata, è infatti minimamente processato essendo cotto a vapore, pulito, messo sott’olio e inscatolato senza conservanti, e di largo consumo per praticità e accessibilità economica. Alimento con possibili implicazioni importanti per la salute pubblica: un tasso di riduzione del rischio di circa il 34%, come dimostrato dallo studio in soggetti che ne lo portavano in tavola con certa frequenza, in una neoplasia di elevata incidenza e mortalità come appunto il CRC, a tutte le estensioni del globo, in Paesi ad alto-basso e medio reddito. «La riduzione del rischio di insorgenza – commenta Barbara D’Avanzo, ricercatrice del Dipartimento di politiche per la salute delI’Istituto Mario Negri – è confermata anche nel caso in cui  il tumore del colon e del retto vengano considerati separatamente, da cioò l’ipotesi che i benefici siano collegati al contenuto di acidi grassi omega-3 o ad altri nutrienti presenti nel pesce stesso».

Fonte

  • Franchi C, Ardonio I, Bosetti C et al. Inverse Association between Canned Fish Consumption and Colorectal Cancer Risk: Analysis of Two Large Case-Control Studies. Nutrients, 2022 Apr 16;14(8):1663. doi: 10.3390/nu14081663.