Il sale: un condimento immancabile sulle nostre tavole. Spesso non si tiene conto però delle conseguenze che un uso sovrabbondante di sale può avere sulla nostra salute.

Consumo di sale

Un consumo eccessivo di sale determina infatti un aumento della pressione arteriosa, con conseguente aumento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all'ipertensione arteriosa, quali infarto del miocardio e ictus cerebrale. L’introito di sale è stato, inoltre, associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, quali tumori dell’apparato digerente, in particolare quelli dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.

Considerato che la gran parte del sale che assumiamo (il 64%) proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato (in primo luogo pane e prodotti da forno, formaggi e salumi) o è naturalmente presente in alcuni alimenti e che limitare il sale aggiunto a casa, in cucina e a tavola, sebbene fondamentale, influisce soltanto in parte (per il 36%) sui consumi quotidiani, la sfida è da un lato sensibilizzare i consumatori sulla possibilità di ridurre il consumo domestico, dall'altra promuovere presso l’industria alimentare la riduzione del contenuto di sale nei prodotti trasformati.

Sensibilizzare per la riduzione del consumo di sale - L'iniziativa mondiale

Per questo la World Action on Salt & Health (WASH), associazione con partner in 100 Paesi dei diversi continenti istituita nel 2005 per migliorare la salute delle popolazioni attraverso la graduale riduzione dell’introito di sodio, ha istituito la Settimana mondiale di sensibilizzazione per la riduzione del consumo alimentare di sale. Quest’anno l’iniziativa si è svolta dal 4 al 10 marzo 2019, ed è stata dedicata al tema Let's take salt off the menu (togliamo il sale dai menù).
L’obiettivo dell’associazione è quello di incoraggiare le aziende alimentari multinazionali a ridurre il sale nei loro prodotti, oltre a sensibilizzare i governi sulla necessità di un'ampia strategia di popolazione per la riduzione del consumo alimentare di sale.

5 azioni per ridurre il consumo di sale

L'obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è quello di ridurre del 30% l’introito di sale entro il 2025.
Per questo WASH ha indicato 5 azioni concrete che possono contribuire a far ridurre il consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno (corrispondenti a circa 2 grammi al giorno di sodio), così come raccomandato dall’OMS:

  • usare erbe, spezie, aglio e agrumi al posto del sale per aggiungere sapore al tuo cibo
  • scolare e risciacquare verdure e legumi e in scatola e mangiare più frutta e verdura fresca
  • controllare le etichette prima di acquistare per poter scegliere prodotti alimentari meno salati
  • usare gradualmente meno sale nelle ricette: le papille gustative tenderanno ad adattarsi
  • togliere dalla tavola sale e salse salate in modo che i più giovani della famiglia non si abituino ad aggiungere il sale.

Le azioni sviluppate in Italia

Anche in Italia si sta investendo per aumentare la consapevolezza dei cittadini sul tema della riduzione del consumo di sale,  e rendere più facili le scelte salutari.

Il programma Guadagnare salute, promosso dal Ministero della Salute, ha favorito ad esempio la riduzione del consumo di sale attraverso accordi volontari con l’industria alimentare e con le principali associazioni nazionali dei panificatori artigianali per riformulare un'ampia gamma di prodotti disponibili sul mercato. Tra questi il pane, prima fonte di sale nell'alimentazione degli italiani, gnocchi confezionati, primi piatti pronti surgelati, zuppe e passati di verdura surgelati.

Inoltre con il Protocollo siglato a conclusione dell’Expo di Milano del 2015 sugli Obiettivi condivisi per il miglioramento delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari con particolare attenzione alla popolazione infantile (3-12 anni) sono stati definiti gli impegni del settore produttivo per il contenimento di zuccheri, grassi saturi e sale, oltre a un costante sforzo offrire informazioni aggiuntive in etichetta.
Tali impegni riguardano in particolare le seguenti aree:

  • area cerealicolo-dolciaria (cereali da prima colazione, biscotti, snack salati, craker, merendine)
  • area bevande analcoliche (soft drink, nettari/succhi e polpa di frutta)
  • area lattiero-casearia e gelati (yogurt, latti fermentati, gelati)

Sempre nell'ambito del Programma “Guadagnare salute”, il 24 luglio 2017 è stato siglato un Protocollo d’intesa tra il Ministero della Salute, l’Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori (ANCC–COOP), e COOP-Italia Società Cooperativa (COOP-Italia), xhe prevede la realizzazione di iniziative di promozione di stili di vita salutari, con particolare riferimento alla corretta alimentazione, rivolte ai consumatori, attraverso campagne di informazione nei punti vendita, newsletter e altre attività.

Gli impegni assunti riguardano, tra l’altro, la promozione di azioni di sensibilizzazione e informazione sull'importanza della riduzione del consumo alimentare di sale.

Cosa possono fare le istituzioni?

Anche le istituzioni possono svolgere un ruolo importante per favorire la riduzione del consumo di sale: il Ministero della Salute indica a tal proposito alcune azioni utili.

  • Monitorare il consumo alimentare di sale nella popolazione italiana e individuare le fonti principali nella dieta
  • Coinvolgere l'industria alimentare e incoraggiarla a ridurre il sale nei prodotti trasformati
  • Promuovere la ricerca in tecnologia alimentare per favorire la riduzione del sale negli alimenti
  • Favorire la formazione degli operatori del settore alimentare
  • Favorire la conoscenza e la comprensione dell'etichettatura nutrizionale sui prodotti alimentari, consentendo ai consumatori di fare scelte informate e consapevoli
  • Incoraggiare la ristorazione collettiva a offrire opzioni a basso contenuto di sale
  • Promuovere iniziative di sensibilizzazione sui rischi correlati a un'elevata assunzione di sale.