Sebbene l'attenzione nei confronti di integratori alimentari e nutraceutici sta crescendo anche in ambito medico, non si può certo dire che questi vengano considerati al pari di altre tipologie di trattamento, che siano di natura farmacologica o chirurgica, forse a torto. Una recente revisione italiana ("Nutraceuticals for Peripheral Vestibular Pathology: Properties, Usefulness, Future Perspectives and Medico-Legal Aspects") riporta una serie di possibili nutraceutici utili nel trattamento delle patologie vestibolari periferiche, sottolineandone anche i possibili effetti collaterali.

Le sostanze più citate in letteratura sono:

  • Gingko biloba, utile per le vertigini, ma da evitare in donne in gravidanza e allattamento e nei bambini di età inferiore ai 12 anni;
  • Ginger, che alcuni autori riportano utile nei confronti di vertigini e sindrome da cinetosi, ma ne vengono sottolineati anche alcuni possibili effetti collaterali, per lo più gastrointestinali e del sonno;
  • Melissa officinalis, che sembra ridurre le vertigini, ma gli autori sottolineano che la sua sperimentazione mostra anche possibili effetti collaterali;
  • Salvia, che di norma non dà effetti collaterali;
  • Omega-3, utili perché favoriscono mutamenti nella circolazione che, a sua volta, è coinvolta in alcuni dei sintomi delle patologie vestibolari periferiche;
  • citicolina, un intermediario nella catena di costruzione dei fosfolipidi che alcuni autori reputano utile nel trattamento delle vertigini;
  • magnesio, considerato utile per trattare mal di testa ed emicranie, in particolare quelle vestibolari, forse perché chi ne soffre ha di norma livelli bassi di questo minerale, e utile anche nel trattamento della perdita di udito improvvisa e idiopatica.

Lo studio prende poi in considerazione alcuni prodotti basati su formulazioni con più componenti naturali. Ovviamente, gli autori sottolineano che i prodotti naturali non devono essere considerati benefici di per sé: possono infatti avere effetti collaterali ed è importante valutarne bene le dosi e anche i destinatari.

Fondamentale saperli scegliere al meglio. Sarebbe certamente utile avere studi di farmacocinetica: questi sono però difficili, perché spesso gli effetti di una sostanza naturale cambiano in base al metodo di estrazione dei principi attivi. Inoltre, spesso esistono più varietà di una stessa pianta con proprietà differenti. Tutto ciò genera confusione degli utenti, ma rende anche difficile una standardizzazione che apra le porte ai nutraceutici nel mondo medico.

Esistono poi aspetti medico-legali, in particolare relativi al consenso informato: anche la prescrizione e l'uso di nutraceutici deve essere preceduta da un momento informativo rivolto al paziente perché accetti di utilizzare il nutraceutico e ne capisca modalità di assunzione e benefici. Questo è un momento importante che non deve essere dimenticato e che può favorire anche la nascita di un rapporto di fiducia con il medico e quindi una migliore relazione terapeutica. Non ultimo, può mettere in sicurezza il medico e l'azienda per cui lavora.

Fonte:

  • Chiarella, G.; Marcianò, G.; Viola, P.; Palleria, C.; Pisani, D.; Rania, V.; Casarella, A.; Astorina, A.; Scarpa, A.; Esposito, M.; Salerno, M.; Di Nunno, N.; Bolcato, M.; Piscopo, A.; Cione, E.; De Sarro, G.; Di Mizio, G.; Gallelli, L. "Nutraceuticals for Peripheral Vestibular Pathology: Properties, Usefulness, Future Perspectives and Medico-Legal Aspects". Nutrients 2021, 13, 3646. https://doi.org/10.3390/nu13103646