I numeri della malnutrizione nel paziente oncologico. Lo studio PreMiO
- MALNUTRIZIONE - 1 paziente su 2 (51,1%) aveva un grado di compromissione nutrizionale variabile. Di questi il 42,4% era a rischio di malnutrizione e il 9% era già francamente malnutrito.
- PERDITA DI PESO INVOLONTARIA- Alla prima visita di oncologia medica, il 64% dei pazienti aveva perso da 1 a 10 kg di peso nei 6 mesi precedenti:
- il 28,4% ha perso più del 10% del peso corporeo, i
- l 36,2% ha perso il 5% -10%,
- il 35,4% ha perso <5%.
Perché il paziente oncologico è a rischio di malnutrizione
Conseguenze e rischi della malnutrizione nel paziente oncologico
Per contro, «prevenire la progressione della perdita di peso riduce la tossicità dei farmaci, migliora la sensibilità delle cellule a ricevere i trattamenti, diminuisce la frequenza e la durata dei ricoveri e le complicanze post-operatorie», ha precisato Paolo Marchetti, Ordinario di Oncologia Medica alla Sapienza di Roma e coautore dello studio PreMiO.
Serve una Legge per garantire percorsi nutrizionali ai pazienti oncologici
Muscaritoli «Chiediamo alla politica che intervenga affinché le cure nutrizionali entrino a far parte della buona pratica clinica, anche con la eventuale previsione di sanzioni per chi non garantisce ai malati cure adeguate, in analogia a quanto fatto in passato con la Legge 38 che garantisce l’accesso alle terapie del dolore. Servono anche strumenti di governance per ovviare alla cronica assenza di medici nutrizionisti e dietisti in tutte le aziende sanitarie, in particolare dove vengono trattati i pazienti oncologici, a cui si dovrebbe aggiungere la costituzione di reti regionali che prevedano un’interazione stretta con territorio, medici di medicina generale e ospedale».
Cittadinanzattiva «La malnutrizione deve essere individuata precocemente, trattata tempestivamente e non deve concorrere ad aumentare le già insopportabili disuguaglianze che caratterizzano il nostro Servizio Sanitario Pubblico. È utile una sua misurazione e valutazione sin dalla presa in carico sino al follow up. È necessario inserire le terapie nutrizionali nel contesto delle cure simultanee e informare i pazienti sui suoi benefici».
Basterebbe applicare le Linee di indirizzo siglate il 15 dicembre 2017
- l'utilizzo di Screening nutrizionale e bisogni specifici in ambito nutrizione alla diagnosi, durante il percorso terapeutico fino al follow-up;
- la proposta di un Modello per la risposta organizzativa attraverso un percorso integrato che coinvolga Ospedale, Day Surgery e Reti territoriali, promuova una Continuità assistenziale attraverso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta fino alla definizione di Assistenza domiciliare e Nutrizione artificiale;
- l'organizzazione di percorsi di formazione ed informazione agli operatori sanitari.
Giuseppe Ruocco, Segretario Generale del Ministero della Salute: «Un corretto e consapevole impiego delle conoscenze relative agli adeguatiscreening nutrizionali e agli approcci di nutrizione clinica integrata, illustrati nelle Linee di indirizzo, potrà avere una ricaduta positiva, contribuendo ad un favorevole impatto sugli esiti, sulla qualità di vita di questi pazienti e sulla spesa sanitaria».