Un mese di integrazione con L-arginina e vitamina C sembra sufficiente a migliorare i parametri funzionali di pazienti affetti da Long Covid. Sono i risultati di un primo studio clinico italiano, su piccoli numeri, ma promettente, condotto presso la Clinica Triolo Zancla di Palermo e pubblicato su Virology. L’integrazione favorirebbe la riduzione dell’affaticamento e della mancanza di fiato, migliorando di contro forza e resistenza fisica.

Tutte sequele importanti sperimentate da pazienti Covid in fase post- acuta: secondo uno studio pubblicato su Jama Network Open, il 50% di pazienti riporterebbe affaticamento nel post/long Covid, 1 su 5 ridotta mobilità e 1 su 4 difficoltà di concentrazione. L-arginina, un amminoacido semi-essenziale, in associazione a vitamina C sarebbe in grado di proteggere l'endotelio dei vasi sanguigni, danneggiato dal nuovo coronavirus, alla base della problematica.

Coinvolgimento endoteliale

Sono sempre più robuste le evidenze secondo cui la disfunzione endoteliale, ovvero il danneggiamento delle stesse cellule endoteliali, possa essere alla base delle manifestazioni sistemiche di Covid, in fase acuta e cronica. A ciò si aggiungerebbe la capacità delle citochine infiammatorie di legarsi a specifici recettori espressi sulla superficie delle cellule endoteliali, promuovendo l'attivazione delle piastrine, l'adesione dei leucociti circolanti, l’alterazione nella produzione di ossido nitrico. Si ritiene che l'attivazione residua del sistema immunitario dopo la fase acuta potrebbe essere correlata a disfunzione endoteliale persistente durante la convalescenza: obiettivo terapeutico cui puntano gli ultimi studi in corso.

Le prime evidenze

Un trattamento integrato con vitamina C e L-Arginina di almeno 30 giorni sembra rispondere allo scopo, contribuendo alla riduzione della sintomatologia, specie in fase di Covid post-acuta, come dimostrerebbe un piccolo studio italiano. Pazienti sottoposti a trattamento integrato, con maggiori benefici a carico di soggetti di età compresa tra 40 e 50 anni e senza comorbidità, sembrerebbero mostrare sensibili miglioramenti: un aumento della capacità di esercizio (da 15,8 ± 2,1 a 31,2 ± 3,5 min) e del test dei sei minuti al cammino (da 135 ± 16 metri a 201 ± 5 metri), così come del consumo massimo di ossigeno (da 14,6 ± 1,1 a 18, 8 ± 2,2 ml/kg al minuto) a favore di un maggiore capacità respiratoria durante il movimento. Risultati migliorativi si registrerebbero anche in test cardio-polmonari. Buono il profilo di sicurezza: l’assunzione dell’integrazione non indurrebbe effetti collaterali importanti, con il valore aggiunto di essere un preparato a basso costo.

Le conclusioni

I primi risultati, tuttavia da confermare con successivi studi e su più vasta scala, sembrano promettenti: «L'integrazione orale di L-arginina – afferma Giovanni Fazio dell’Ospedale Palermitano e primo autore dello studio –potrebbe favorire il miglioramento della qualità della vita in pazienti (Long)-Covid. I risultati ottenuti dal nostro studio suggerirebbero di considerare la disfunzione endoteliale quale target di attenzione e un possibile obiettivo prioritario delle future terapie per il Covid, sia in fase acuta che post-acuta».

Fonte:

  • Groff D, Sun A, Ssentongo AE et al. "Short-term and Long-term Rates of Postacute Sequelae of SARS-CoV-2 Infection: A Systematic Review". JAMA New Open, 2021 Oct 1;4(10):e2128568. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2021.28568.
  • Fazio G, Buccheri S, Schiro P. "Benefits of L-Arginine Oral Supplementation in Long Covid Symptoms: Results of a Monocentric Longitudinal Study". SunText Rev Virol 2(2): 121. DOI: https://doi.org/10.51737/2766-5003.2021.021