Una dieta sana ed equilibrata, capace di fornire quantità adeguate di calcio, vitamina D e proteine è più efficace per la salute delle ossa di vitamine e minerali assunti come integratori alimentari. Lo afferma l'associazione americana degli endocrinologi AACE (American Association of Clinical Endocrinologists) in un position statement pubblicato su Endocrine Practice.

alimentazione vs integratori per la salute delle ossa parere AACE
Alimentazione vs integratori per la salute delle ossa. Position paper dell'American Association Clinical Endocrinogists AACE

Daniel L. Hurley, presidente dell'Associazione endocrinologi AACE e primo autore dello studio pubblicato da Endocrine Practice, solleva dubbi sulla necessità ed efficacia degli integratori alimentari per mantenere le ossa in salute.

«Una dieta sana ed equilibrata, capace di fornire quantità adeguate di calcio, vitamina D e proteine è più efficace per la salute delle ossa della supplementazione dei singoli nutrienti. Inoltre - afferma il presidente dell'AACE- assumere nutrienti in eccesso, oltre la soglia del beneficio, non è necessariamente vantaggioso».

Gli studi attualmente disponibili, precisa nell'articolo, sono limitati e non consentono di trarre conclusioni definitive.

Nutrienti importanti per le ossa

Nell'articolo, l'associazione americana endocrinologi prende propone la sua posizione riguardo ai nutrienti importanti per le ossa.

Calcio

Il calcio è un nutriente fondamentale per la salute delle ossa; la sua carenza, si sa, che aumenta il rischio di osteoporosi e di fratture a tutte le età. L'introito giornaliero di calcio raccomandato dagli endocrinologi dell'AACE è di 1200-1500 mg al giorno (puoi confrontare queste quantità con quelle proposte da Efsa nel LARN Finder).

Tale quantità può essere garantita da una dieta equilibrata, per questo, gli endocrinologi suggeriscono di valutare la necessità di ricorrere a integrazione di calcio tenendo conto dell'introito con l'alimentazione e nel caso di integratori, gli autori raccomandano di non eccedere il dosaggio suggerito.

Fosforo/fosfati

Assumere quantità non adeguate (in negativo) di fosfati può compromettere la mineralizzazione delle ossa. Ma il pericolo "carenza" sembra essere "remoto", perché il minerale è presente in molti alimenti.

«Non solo la carenza, ma anche l'eccesso di fosfati può mettere a rischio la salute delle ossa, soprattutto in caso di basso introito di calcio o quando la funzione renale è compromessa», mette in guardia Hurley.

Magnesio

Il magnesio è importante per l'omeostasi di calcio e potassio. «Nella maggior parte della popolazione statunitense il consumo di magnesio sembra essere inferiore ai dosaggi raccomandati, tuttavia le evidenze sui benefici della supplementazione non sono chiare e definitive», si legge nel position paper dell'AACE.

Boro

I vantaggi del boro per la salute delle ossa sono ancora sottovalutati, anche se le evidenze dimostrano effetti sulla vitamina D, sugli estrogeni e sull'assorbimento renale di calcio. Sebbene l'integrazione con boro non sia raccomandata, gli endocrinologi dell'AACE precisano che è possibile assumere quantità sufficienti e adeguate di boro attraverso la dieta, in particolare frutta, verdura a foglia verde e noci.

Vitamina D

Gli endocrinologi dell'AACE confermano l'importanza della vitamina D per il mantenimento della salute delle ossa, ma sottolineano come in letteratura la definizione di "assunzione non adeguata" e "assunzione eccessiva" di questa vitamina non sia unica e univoca.

Le linee guida AACE/ACE, ad esempio,  definiscono come "sufficiente" l'introito di vitamina D in corrispondenza di livelli sierici del marcatore 25(OH)D ≥ 30 ng/ml, mentre per la fondazione IOM per essere nella norma è sufficiente avere un livello di 25(OH)D ≥ 20 ng/ml.

"La quantità di vitamina D necessaria per correggere uno stato carenziale e raggiungere i valori target varia da persona a persona e dipende da fattori non del tutto chiariti, che comprendono l'obesità e l'etnia. In ogni caso, non è raccomandabile assumere dosaggi elevati, troppo elevati di vitamina D. Non abbiamo dimostrazione che questo approccio sia vantaggioso", conclude Hurley.