Gonfiore, gas, dolore addominale sono alcuni dei sintomi della sindrome dell'intestino irritabile (IBS), patologia che colpisce tra il 5% e il 10% della popolazione mondiale, con incidenze che variano molto da Stato a Stato. La prevalenza è comunque maggiore nelle donne che negli uomini. L'IBS incide molto sulla qualità di vita dei pazienti, riducendola non solo per i fastidi della malattia, ma anche creando disagio sociale. Inoltre, questa patologia si caratterizza per un'alternanza tra fasi acute e in remissione. Essendo una patologia che colpisce l'intestino, la dieta ha un ruolo rilevante nel percorso di cura. Tra i vari piani alimentari, la dieta FODMAP è consigliata per ridurre le fasi acute in favore di quelle silenti. Questa dieta consiste nella riduzione dell'assunzione di zuccheri altamente fermentabili che non vengono assimilati ma forniscono materiale ai batteri intestinali per avviare processi di fermentazione: si parla quindi di sorbitolo, mannitolo, isomalto, maltitolo, xylitolo, fruttosio, lattosio, che andrebbe assunto in modalità ridotta, e oligosaccaridi, oltre che dei cibi che contengono questi zuccheri, incluse mele, pere, cipolle, asparagi e legumi, esclusi quelli decorticati. La dieta FODMAP prevede di eliminare questi cibi, divisi in 6 categorie, per 2-4 settimane, per poi reintrodurli gradualmente, una categoria a settimana, sotto stretta osservazione medica. La letteratura dice che questo metodo funziona nel 75% dei soggetti con IBS.

Di recente un team israeliano afferente alla Bar-Ilan University ha studiato l'associazione tra FODMAP e microbiota dei pazienti con IBS. 10 i soggetti coinvolti in questo lavoro, tutti trattati con la dieta a basso contenuto di carboidrati fermentabili per 6 settimane. Gli autori hanno raccolto un campione di feci pre e post dieta per confrontare la composizione in specie microbiche commensali presenti nell'intestino di ogni paziente: così facendo hanno dimostrato che la dieta favorisce cambiamenti nel microbiota, in particolare supportando la crescita di specie come Acutalibacter timonesis e Oscillibacter e la riduzione di specie come Eubacterium ventriosum, Clostridium disporicum e Bifidobacterium adolescentis. Gli autori non si sono fermati qui: erano infatti interessati a capire come la dieta possa incidere sulla sintomatologia dell'IBS. Per farlo, hanno quindi colonizzato colture intestinali in vitro con i campioni di feci di alcuni partecipanti allo studio, osservandone quindi l'espressione genica. Questa parte dello studio suggerisce che la dieta favorisca specie batteriche che rinforzano la barriera epiteliale intestinale. Andando oltre, lo studio indica anche il possibile principale responsabile della diminuita integrita della barriera intestinale nei pazienti con IBS: il Bifidobacterium adolescentis. Coltivato con le cellule epiteliali intestinali, questo battere è infatti capace di aumentarne la permeabilità a sostanze esterne. Si tratta proprio di uno dei batteri che viene ridotto dalla dieta FODMAP.

Studio: Bootz-Maoz H, Pearl A, Melzer E, Malnick S, Sharon E, Bennet Y, Tsentsarevsky R, Abuchatzera S, Amidror S, Aretz E, Azriel S, Gam Ze Letova C, Naama M, Shoval I, Yaron O, Karako-Lampert S, Bel S, Yissachar N. Diet-induced modifications to human microbiome reshape colonic homeostasis in irritable bowel syndrome. Cell Rep. 2022 Nov 15;41(7):111657. doi: 10.1016/j.celrep.2022.111657. PMID: 36384106.