La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è una condizione che interessa, in Italia, circa il 10% della popolazione, per lo più donne sotto i 50 anni di età. Se si allarga lo sguardo al mondo, invece, si passa a una incidenza di circa 1 persona su 7. Si tratta di una moltitudine di persone che vive con dolore addominale cronico e un intestino che può dare diarrea, stipsi, gonfiore addominale ed eccessiva flatulenza a seconda dei casi, rendendo difficile interagire con il mondo esterno. Individuare una corretta terapia per questi soggetti richiede tempo, anche perché deve essere personalizzata: quel che è certo è che cambiamenti di abitudini alimentari e di stili di vita possono incidere moltissimo su questa condizione cronica.

Che ruolo possono avere gli integratori alimentari? Nella Medicina Tradizionale Cinese il Ginseng rosso (Panax ginseng) è conosciuto per avere moltissime virtù, tra le quali anche quelle antinfiammatorie. Questa pianta è in realtà un adattogeno, ovvero “adatta” il proprio intervento alla necessità del corpo che la assume, favorendone il riequilibrio. Esistono 11 specie di Ginseng, ma quello rosso, coltivato in alta montagna nella Corea del Sud, è riconosciuta come la più ricca in principi attivi e proprietà medicamentose.

Un recente studio coreano ha quindi valutato l'efficacia di questa specie vegetale sulla IBS, utilizzando però un modello animale. Topi con sindrome indotta sono stati suddivisi in più gruppi di studio in modo casuale: uno ha ricevuto un tampone fosfato salino, fungendo da placebo, altri tre ginseng rosso in tre diverse concentrazioni (30/100/300 mg/kg) per dieci giorni e due gruppi rispettivamente amitriptilina e sulfasalazina per fare da controlli positivi. Gli autori hanno quindi valutato gli effetti dei vari interventi sul dolore addominale e sull'ansietà, o comportamenti affini, e la distensione del colon retto. Inoltre, sono stati condotti test in campo aperto a chiusura del ciclo di trattamento. Infine il microbiota intestinale è stato sottoposto a sequenziamento genetico di nuova generazione alla ricerca di biomarker tipici dell'asse intestino-cervello. In molti sono infatti convinti che alla base dell'IBS vi siano alterazioni nella comunicazione tra cervello e intestino. Di fatto, i pazienti con questa sindrome non hanno segni reali di infiammazione a livello delle pareti intestinali che ne giustifichino il dolore e gli altri sintomi.

Gli autori hanno potuto verifica che, in topo, il ginseng rosso consente di migliorare di molto il dolore intestinale e anche gli stati d'ansia, con effetti paragonabili a quelli di amitriptilina e sulfasalazina. Inoltre, riduce l'espressione di IL-1β e c-fos sia nell'intestino che nella corteccia prefrontale. C'è di più. Il Ginseng rosso riesce a influenzare anche la composizione del microbiota intestinale, favorendo la proliferazione di microbi benefici, come Lactobacillus johnsonii, Lactobacillus reuteri, and Parabacteroides goldsteinii. Infine, questa pianta sembra essere in grado di ristabilire i livelli di corticosterone plasmatico, portandolo nel normale range, e di aumentare quelli dell'ormone adrenocorticotropo. Il tutto porta benefici ai topi. Secondo gli autori, questi risultati permettono di dire che il Ginseng rosso può essere utilizzato nel trattamento dell'IBS con tranquillità, anche in sostituzione dei farmaci nominati. Certo, per confermare questa affermazione, occorre ripetere lo studio anche su pazienti con IBS.

Fonte:

  • Yu S, Chun E, Ji Y, Lee YJ, Jin M. "Effects of red ginseng on gut, microbiota, and brain in a mouse model of post-infectious irritable bowel syndrome". J Ginseng Res. 2021 Nov;45(6):706-716. doi: 10.1016/j.jgr.2021.03.008. Epub 2021 Apr 3. PMID: 34764725; PMCID: PMC8569328