La fibrosi epatica è una delle evoluzioni possibili del fegato grasso non alcolico (NAFLD), patologia caratterizzata inizialmente da una presenza di grasso a livello del fegato superiore al 5%, infiammazione ed epatociti “a mongolfiera”. Con il passare del il fegato può diventare fibrotico, cirrotico e, infine, sviluppare tumore.

La patologia

La NAFLD è considerata la patologia cronica epatica più diffusa al mondo, colpendo tanto gli adulti quanto i ragazzi: si stima infatti che interessi il 7,6% della popolazione pediatrica mondiale, percentuale che sale al 34% tra i soggetti obesi. Il 10-20% di bambini e ragazzi con NAFLD sviluppano fibrosi epatica, ma per fortuna in questa fascia di età la patologia evolve solo raramente verso la cirrosi e il carcinoma epatico. Ciò significa che il trapianto di fegato non è una soluzione terapeutica applicabile alla maggior parte di questi pazienti. Tuttavia, la NAFLD può progredire anche molto velocemente. Come trattare questi giovani? Non esistono farmaci approvati per questa malattia nella popolazione pediatrica, quindi di norma si procede intervenendo sulla dieta e sull’attività fisica, spesso affiancando l’integrazione di composti biologici che dovrebbero intervenire sul metabolismo dei lipidi.

Lo studio

Un recente studio italiano, pubblicato su “Nutrients”, suggerisce l’uso combinato di due integratori, la vitamina E e l’idrossitirosolo, un polifenolo presente nell’olio di oliva con una fortissima azione antiossidante. Gli autori hanno studiato gli effetti di questa integrazione in tre differenti modelli: in vitro, utilizzando una linea cellulare LX-2 fatta di cellule epatiche umane attivate dal fattore di crescita tumorale β; in vivo, su topi alimentati con una dieta ricca in grassi e trattati con tetracloruro di carbonio per danneggiare il fegato; in vivo, su 25 pazienti pediatrici già parte di uno studio randomizzato incentrato sull’uso dei due integratori nella NAFLD e che avevano assunto la cura per 4 mesi. I tre modelli offrono risultati simili. Più nel dettaglio, l’analisi della linea cellulare LX-2 dimostra che l’uso combinato di Vitamina E e idrossitirosolo porta a una riduzione dell’espressione dei geni che inducono la fibrosi in questi epatociti. Contemporaneamente, la sperimentazione sul modello murino indica che i due integratori contrastano l’aumento della produzione delle specie ossidanti (NOX2) indotta dal fattore di crescita tumorale β, con conseguente riduzione della fibrosi a livello epatico e dell’espressione dei geni associati. Infine, ma non per ordine di importanza, questi risultati si ritrovano anche nei pazienti pediatrici inclusi nello studio, nei quali i livelli circolanti di NOX2 e di Procollagene III N-terminale calano. Interessante osservare anche che questa diminuzione dura nel tempo. Si tratta di un primo studio a portare questi risultati, che devono quindi essere confermati, ma sembra che vitamina E e idrossitirosolo possano davvero contrastare la fibrosi epatica associata a NAFLD nei pazienti pediatrici. La ricerca ha coinvolto l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il Centro Obesità dell'Università Politecnica delle Marche e l’Università di Messina.

Studio:

Panera, N.; Braghini, M.R.; Crudele, A.; Smeriglio, A.; Bianchi, M.; Condorelli, A.G.; Nobili, R.; Conti, L.A.; De Stefanis, C.; Lioci, G.; Gurrado, F.; Comparcola, D.; Mosca, A.; Sartorelli, M.R.; Scoppola, V.; Svegliati-Baroni, G.; Trombetta, D.; Alisi, A. Combination Treatment with Hydroxytyrosol and Vitamin E Improves NAFLD-Related Fibrosis. Nutrients 2022, 14, 3791. https://doi.org/10.3390/nu14183791