La Dieta Nordica potrebbe essere una potenziale strategia nutrizionale per ridurre livelli di colesterolo e glicemia nel sangue, senza necessità di un drastico calo ponderale. Sono i risultati di uno studio di ricercatori nordici, pubblicato su Clinical Nutrition

L’assenza di alimenti altamente trasformati, l'uso di grassi animali meno saturi, l’introduzione nella dieta di alimenti più ricchi di grassi insaturi come Omega-3 e Omega-6. Ovvero un mix di alimenti sani, quali frutti di bosco, frutta come pere, mele e prugne, verdure quali cipolle, cavoli, rape, pesce, cereali integrali e legumi fra cui piselli e fagioli, olio di colza e di semi di lino, tipici della Dieta Nordica. Questo regime alimentare potrebbe rappresentare una valida “soluzione” per indurre la riduzione dei livelli di trigliceridi e glicemia nel sangue senza necessità di un impatto importante sul calo ponderale. Le dimostrazioni arriverebbero da un recente studio condotto da ricercatori di Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia e Islanda su 200 ultracinquantenni (età media 55 anni), tutti con BMI (Body Mass Index, Indice di Massa Corporea) elevato (31.6 kg/m2) e aumentato rischio di diabete e malattie cardiovascolari.

Lo studio

I partecipanti selezionati alla randomizzazione sono stati sottoposti a un prelievo di sangue e urine e successivamente suddivisi in due gruppi per ricevere per 18-24 settimane un diverso regime alimentare: il primo una nutrizione con una dieta nordica adattata a Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Groenlandia, Isole Faroer e Islanda, basata cioè su prodotti locali e sostenibili. Il secondo, il gruppo controllo, è stato invece invitato a proseguire l'abituale alimentazione. I profili metabolici del plasma a digiuno e delle urine raccolte nelle 24 ore sono stati periodicamente raccolti nel corso dei 6 mesi, durata dello studio, e analizzati per identificare i pattern caratteristici legati alla dieta, assegnando specifici punteggi in relazione all’effetto combinato sulla risposta glicemica (endpoint primario), sulle lipoproteine sieriche, sui trigliceridi e sui marcatori infiammatori. In caso di perdita di peso, e per escludere una diretta correlazione con il miglioramento dei parametri di colesterolo e glicemia, i partecipanti sono stati invitati ad aumentare l’introito calorico così da mantenere un indice di massa corporea stabile. Al follow-up a sei mesi è stato possibile osservare nei partecipanti sottoposti a dieta nordica livelli ematici di colesterolo, grassi saturi e insaturi sensibilmente inferiori rispetto al gruppo di controllo, e una migliore regolazione del glucosio ematico.

Risultati, spiegano i ricercatori, ottenuti nonostante il mantenimento costante del peso: esito che sfaterebbe, dunque, il convincimento popolare che gli effetti salutistici, compreso il dimagrimento, siano strettamente dipendente dall’introito di minori quantità di zuccheri e grassi. Alla favorevole relazione di causa-effetto, concorrono infatti altri fattori, sottolineano i ricercatori, come appunto la combinazione di alimenti più sani e variati: da acidi grassi insaturi che derivano dal pesce, agli oli vegetali scelti, dagli antiossidanti dei frutti di bosco, alle fibre dei cereali che apportano anche minerali e vitamine, fino alla bassa quantità di alimenti ultratrasformati, essendo la Dieta nordica basata su alimenti semplici, cucinati in casa, a km. 0. Gli autori sottolineano l’importanza della perdita di peso, spesso associata a questo tipo di dieta, soprattutto nelle persone a rischio, con effetti benefici anche in presenza di mantenimento del peso.

Fonte

  • Gürdeniz G, Uusitupa M, Hermansen K et al. Analysis of the SYSDIET Healthy Nordic Diet randomized trial based on metabolic profiling reveal beneficial effects on glucose metabolism and blood lipids. Clinical Nutrition, 2022 Feb;41(2):441-451. doi: 10.1016/j.clnu.2021.12.031. Epub 2021 Dec 25.