L'omocisteina è un piccolo amminoacido presente in piccole quantità nel nostro organismo e necessario per la sintesi del glutatione, del quale è una componente insieme ad acido glutammico e glicina. Questa e altre trasformazioni necessitano però della presenza di vitamina B6 e B12 e dell'acido folico: qualora questi siano carenti, l'omocisteina, che deriva dalla metionina assunta con l'alimentazione, si accumula nel sangue, passando dall'essere elemento essenziale per la salute a fattore di rischio per lo sviluppo di patologie a carico di sistema nervoso, cardiocircolatorio e osseo. Questa condizione, detta iperomocisteinemia, può essere determina da varie patologie e anomalie genetiche, ma anche da diete sbilanciate, in particolare povere di alimenti che contengono vitamina B6, B12 e folati.

Di questo tema ha parlato nei giorni scorsi A.L.I.Ce Italia Odv – Associazione per la lotta all'ictus cerebrale, che ha anche ricordato quali sono gli alimenti utili per tenere adeguati i livelli di omocisteina, ovvero pesce, carne, uova, frutta, verdura, latticini e frutta secca per la B6 e aringhe, tonno, sgombro, sogliola, mozzarella, fontina, parmigiano, brie, gorgonzola e robiola per la B12. L'associazione pone l'accento anche sulla modalità di cottura: quando possibile, meglio optare per alimenti crudi o cotti a bassa temperatura, per non deteriorare vitamine e folati. Se necessario, è poi possibile assumere una integrazione esterna di questi elementi. Il dottor Massimo Del Sette, Direttore U.O.C. Neurologia Policlinico San Martino I.R.C.C.S, ricorda che <<l’incremento dei valori di omocisteina determina un danno alle pareti delle arterie, causando un ispessimento del loro rivestimento interno.

Uno studio pubblicato nel 2013 su Neural Regeneration Research ha dimostrato che chi registra alti livelli di omocisteina, di colesterolo e trigliceridi, a parità di altri fattori di rischio, ha il 40% in più di possibilità di andare incontro a un ictus, rispetto a chi ha valori nella norma. Inoltre, in una recente revisione della letteratura sull’argomento, pubblicata su una prestigiosa rivista internazionale (Spence et al, Stroke 2020), viene riportato che la correzione della iperomocisteinemia comporta una riduzione del rischio dal 34% fino al 70%>>. Sarebbe utile, quindi, valutare i livelli di omocisteina di soggetti a rischio. Ma chi sono? È noto che fumo, alcool ed eccessivo consumo di caffè possono contribuire ad aumentare i livelli di questo amminoacido, così come l'assunzione di farmaci antiepilettici, la pillola anticoncezionale e patologie quali l'insufficienza renale e l'ipotiroidismo. Se il dosaggio dell'omocisteina dovesse rivelare valori superiori a 5-9 μmol/L, allora è necessario intervenire in modo correlato alla gravità della situazione. A.L.I.Ce Italia Odv ricorda quindi le tre soglie: 10-12 μmol/L (borderline), 13-30 μmol/L (moderato), 31-100 μmol/L (intermedio) e >100 μmol/L (grave). Accanto al dosaggio dell'omocisteina è comunque essenziale educare i cittadini al rispetto di stili di vita sani, con attività fisica regolare, alimentazione varia, riduzione di sale, zucchero, bevande alcoliche e grassi saturi, e mantenimento di un peso adeguato. Anche il fumo è da evitare.