Gli integratori sono una soluzione cui si ricorre, anche in Italia, per trattare a supporto di terapie mirate, problemi di infertilità, prevalentemente femminile. Uno studio italiano, pubblicato su Nutrients, che ha passato in rassegna la composizione dei principali nutraceutici impiegati al riguardo, ne mette in dubbio l’efficacia associata a fattori qualitativi e quantitativi.

Le patologie cause di infertilità

Disfunzione ovulatoria (25% delle diagnosi); policistosi ovarica (o Pcos) presente in circa il 70% di donne con anovulazione; endometriosi che interessa il 50% di donne in età fertile; infertilità idiopatica, ovvero forme inspiegate di sterilità rilevata in circa 11% di coppie infertili che richiedono trattamenti di fecondazione sono tra le principali cause che possono impedire la realizzazione del desiderio di genitorialità della coppia.

L’integrazione nutraceutica

Al fine di aumentare le possibilità di gravidanza, molte donne richiedono trattamenti adiuvanti con supplementi dietetici. Lo dimostra uno studio condotto nel Regno Unito, secondo cui il 55% di donne avviate a un percorso di fecondazione in vitro fa uso di integratori con vari ingredienti. Un mercato trainante quello degli integratori: nel 2019 sono stati guadagnati oltre 13 miliardi di euro e l'Italia ne consuma una quota pari al 27%. Solo nel 2019 ne sono stati prescritti 28,6 milioni, di cui il 14% in area ginecologica con l’intento di supplire a carenze di sostanze nutrizionali o di garantirne l’introito ottimale per favorire l’equilibrio ormonale, l’ovulazione, la qualità ovocitaria e embrionaria, parametri fondamentali di fertilità.

Integratori e infertilità, uno studio italiano

In funzione di questi dati importanti è stato avviato uno studio ("Dietary Supplements for Female Infertility: A Critical Review of Their Composition") per testare la ‘bontà’ degli integratori usati in ambito ginecologici e per i quali sono emersi alcuni dubbi di efficacia, in relazione alla composizione e presenza di particolari ingredienti/sostanze:

Inositoli

Comprendono una famiglia di nove stereoisomeri, di cui il mio-inositolo e il D-chiro inositolo sono le isoforme più comuni nelle cellule eucariotiche. Coinvolti in diversi processi (vie di segnalazione, funzionalità riproduttiva, crescita e sopravvivenza cellulare), in relazione alla fertilità stimolano i processi ovulatori con un'azione insulino-sensibilizzante. In particolare il mio-inositolo in uno studio sperimentale sui ratti sembra favorire la maturazione in vitro di ovociti, migliorandone la qualità e lo sviluppo dell'embrione. Inoltre, secondo una revisione sistematica recente 4 g di mio-inositolo, assunti quotidianamente, sarebbero in grado di ridurre in donne sottoposte a fecondazione in vitro la gonadotropina corionica. «Il nostro studio – dichiara Carlo Foresta, Unità di Andrologia e Medicina della riproduzione - Centro di crioconservazione dei gameti maschili, Università di Padova - ha mostrato che i livelli di mio-inositolo nelle varie formulazioni, non erano soddisfacenti. La dose minima efficace (mED), di 4 g/die, era garantita solo nel 13,4% dei casi. Nei restanti supplementi, la concentrazione di mio-inositolo era di 2 g o addirittura inferiore. Mentre il D-chiro inositolo era presente in quantità soddisfacente in quattro prodotti e sottodosato in altre quattro formulazioni».

Acido folico

È il secondo ingrediente più comune, presente nell’83% dei prodotti valutati. Tuttavia, in quattro integratori non raggiungeva la mED di 400 mcg, supplementazione raccomandata anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, insieme al consumo di alimenti ricchi in folati quale prevenzione dei difetti del tubo neurale (Ntd) e dei difetti alla nascita non-Ntd (palatoschisi, deficit di riduzione degli arti e difetti genito-urinari). Da cui la supposta inefficacia nel contrastare i suddetti difetti/patologie.

Vitamina D3

Inclusa in circa il 30% degli integratori valutati, svolge funzioni autocrine, paracrine e endocrine nel sistema riproduttivo femminile, modula il reclutamento dei follicoli attraverso la regolazione della secrezione dell'ormone anti-mulleriano e regola la proliferazione delle cellule ovariche ed endometriali. «Abbiamo osservato – prosegue Foresta - che gli integratori non raggiungevano la mED della vitamina D3, sollevando dubbi sull’utilità di questa molecola nelle varie formulazioni commerciali».

Melatonina

Contenuta in due integratori, modula diverse vie metaboliche compresa la regolazione di alcuni ritmi biologici, meccanismi riproduttivi e di pathway immunitari. Per quanto riguarda la fertilità femminile, è stato dimostrato che la sua supplementazione favorisce la qualità ovocitaria ed embrionale e la funzione luteinica. Tuttavia, l’analisi ha evidenziato una concentrazione di 1 mg tre volte inferiore alla mED, pari a 3 mg.

N-acetil-cisteina (Nac)

Presente in un solo integratore, ha attività antiossidanti, mucolitiche e proprietà insulino-sensibilizzanti. Usata per il trattamento di diverse patologie a carico di polmoni, cuore e fegato, in ambito ginecologico ha dimostrato di migliorare l'ovulazione spontanea, anche in donne con sindrome dell'ovaio policistico, e la qualità dell'ovocita e dell'embrione in donne infertili sottoposte a fecondazione in vitro.

CoenzimaQ10

Potente scavenger di radicali liberi, agisce come antiossidante nei mitocondri. Nello specifico, svolge un ruolo importante nella protezione dei gameti femminili dallo stress ossidativo. Diversi studio di laboratorio e sull’uomo sembrano attestare che la sua integrazione migliora la qualità degli ovociti, giocando un ruolo coadiuvante nel favorire la fertilità in donne infertili. «Sia Nac che CoQ10 - precisa Foresta - erano presenti negli integratori analizzati in concentrazioni che non raggiungevano la mED».

In conclusione, lo studio dimostrerebbe che la maggior parte degli integratori commercializzati in Italia per l'infertilità femminile contengono uno o più ingredienti senza alcun effetto dimostrato o ingredienti di comprovata efficacia, ma in sottodosaggio e/o sono combinati con nutrienti con effetti non dimostrati sulla fertilità femminile.

Fonte:

  • Vitagliano A, Petre GC, Francini-Pesenti F et al. "Dietary Supplements for Female Infertility: A Critical Review of Their Composition" Nutrients, 2021 Oct 11;13(10):3552. doi: 10.3390/nu13103552