I dati disponibili attualmente circa gli effetti della caffeina sullo sviluppo dei bambini sono contraddittori: obiettivo del presente studio era verificare se l'assunzione di caffeina in gravidanza potesse determinare effetti sullo sviluppo neuropsicologico del nascituro.

Sono stati analizzati i dati relativi a 64.189 gravidanze. A ciascuna gestante, alla ventiduesima settimana di gestazione, è stato sottoposto un questionario di frequenza alimentare per valutare l'assunzione di caffeina da varie fonti. Ne è emerso che in gravidanza la maggior parte delle donne aveva ridotto il proprio consumo di caffè (meno di una tazzina al giorno), mentre solo il 7% affermava di consumarne più di 200 mg/die. La caffeina era assunta in varie percentuali da varie fonti: caffè, tè, bevande e cioccolato.

Il neurosviluppo di ciascun bambino è stato successivamente valutato mediante scale di validazione a 6, 18 e 36 mesi, poi a 5 e 8 anni. Nei bambini nati a termine, non sono stati rilevati effetti rilevanti in relazione a difficoltà  di linguaggio, motorie, socializzazione, problemi di iperattività e sviluppo psicologico.

Conclusioni

Dai risultati dello studio, emerge che un consumo di caffeina in gravidanza pari a circa 200 mg/die (2-3 tazzine) non si associa a gravi effetti sullo sviluppo neuropsicologico del nascituro a lungo termine, fino agli 8 anni di età. Poche donne hanno affermato di consumare più di 300 mg/die, ma la percentuale è talmente ridotta (3,5%), da rendere difficile eseguire una valutazione affidabile degli effetti collaterali.

Articoli correlati

La caffeina contribuisce a limitare l’accumulo di grassi

Bere caffè filtrato può ridurre il rischio di sviluppare diabete di tipo 2