Consumare latticini per contrastare l’insorgenza di malattie croniche: la meta-analisi

L'analisi di un'ampia mole di dati ha evidenziato come un moderato consumo di latte (e derivati) possa prevenire l'insorgenza di patologie croniche

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Le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) sono responsabili di circa il 75% dei decessi nel mondo.

Le principali sono diabete di tipo 2, patologie cardiovascolari, tumore e problemi respiratori cronici, il cui aumento deriva anche da fattori di rischio modificabili, quali tabagismo, abuso di alcolici, malnutrizione, sedentarietà, che incrementano il rischio di sovrappeso e obesità; per quanto riguarda la malnutrizione, lo scarso consumo di cibi sani e una dieta povera, sono due dei principali fattori di rischio.

Nonostante le indicazioni delle linee guida internazionali, il US Dietary Guidelines Advisory Committee ha rilevato un consumo al di sotto della soglia raccomandata per diversi nutrienti: vitamine A, C, D, E, folati, calcio, magnesio potassio e fibre.

Il latte e i prodotti caseari sono fonte di numerosi nutrienti: calcio (nei paesi occidentali, il 50-65% del calcio assunto deriva dal latte e dai suoi derivati), magnesio, fosforo, potassio, zinco, selenio, vitamina A, riboflavina, vitamina B-12 e acido pantotenico. Nonostante tali evidenze, il consumo di latte e latticini sta diminuendo in molti paesi, dove vengono sostituiti con bevande di origine naturale (latte di soia, di mandorla, di riso), totalmente diverse rispetto al latte dal punto di vita nutrizionale.

La meta-analisi

Coordinata da Ángel Gil (professore di Biochimica e Biologia Molecolare presso l'Università di Granada) e da Rosa Maria Ortega (ordinaria di Nutrizione all’Universidad Complutense de Madrid) la ricerca ha preso in esame la vasta letteratura scientifica pubblicata relativamente agli effetti di latte e latticini sull'organismo.

Nel dettaglio, l'analisi ha evidenziato un'associazione tra il consumo di latticini (soprattutto yogurt) e la riduzione del rischio di sviluppare diabete di tipo 2; non è stata rilevata alcuna evidenza che il consumo di tali prodotti aumenti il rischio di mortalità per tutte le cause. Il consumo moderato di tali prodotti sembra essere associato anche a un minor rischio di cancro del colon-retto e della vescica. Si evince inoltre un debole effetto protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari.

Dalla ricerca sembra emergere un legame positivo tra il moderato consumo di latte e derivati in gravidanza e il peso e la lunghezza del bambino alla nascita. Da altri studi si evince che l'aggiunta di latticini alla dieta durante l'infanzia aumenti il contenuto minerale osseo. Per quanto riguarda gli anziani, emerge un effetto preventivo di tali alimenti rispetto a fragilità ossea, declino cognitivo e sarcopenia (perdita di massa muscolare).

Una revisione sistematica ha valutato gli effetti del consumo di latte e latticini sui biomarcatori di infiammazione. Emerge che tali alimenti non promuovono un'azione pro-infiammatoria in soggetti sani, sovrappeso/obesi o con anomalie metaboliche. Le evidenze relative all'assunzione di latte nel lungo periodo, evidenziano invece un lieve effetto antinfiammatorio; i dati relativi al breve periodo sono tuttavia sono scarsi, quindi inconclusivi.

Conclusioni

Sebbene molti di questi studi necessitino di approfondimenti e ulteriori ricerche, è inoppugnabile l'importanza nutrizionale del latte e dei latticini in una dieta bilanciata: è fondamentale quindi assumerne quantità adeguate in ogni fase della vita.

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