Il colesterolo alto, in Italia, è un problema comune a tutte le fasce di popolazione: raggiunge livelli uguali o superiori a 240 mg/dl nel 21% degli uomini e nel 23% di donne di età compresa fra 35 e 74 anni. Il 37% degli uomini e il 34% delle donne  è border line, con valori di colesterolemia totale compresa fra 200 e 239 mg/dl. Fra gli anziani di 65-74 anni il 24% degli uomini e il 39% delle donne è ipercolesterolemico vs rispettivamente il 36% e 38% che mostrano invece condizioni al limite. Il colesterolo alto riguarda, ancora, le donne in menopausa: 36% con livelli alto e il 38% border line, esponendosi a un ulteriore aumentato rischio per patologia cardiovascolare. Né sono esclusi i bambini: 250mila hanno eccesso di grassi nel sangue e fra questi, oltre centomila soffrono di iperlipidemie familiari.

Eppure, nonostante i numeri, solo il 13% di uomini e il 9% di donne sembra seguire un trattamento farmacologico adeguato, con conseguenze impattanti: ogni anno, 1 morte su 5 per cause cardiovascolari si associa a livelli di colesterolo alto. Numeri che da un lato sembrano contrastare con l’abitudine degli italiani a tenere a bada il colesterolo, almeno con integratori mirati.

I consumi di prodotti/nutraceutici specifici

Secondo una recente indagine di Iqvia condotta fra 500 consumatori di nutraceutici ipocolesterolemizzanti, l’82% degli utilizzatori soffre già di colesterolo alto (va detto tuttavia che le ultime stime attestano un calo di -2,5% di unità nel consumo di prodotti da banco mirati) mentre appena il 18% li assume a scopo preventivo, quale integrazione allo stile di vita sano e a una dieta equilibrata (seguita dall’84% degli intervistati, ma supportata, solo nel 35% dei casi, anche da regolare pratica fisica).

A chi chiedono consiglio gli italiani

Anche in tema di gestione del colesterolo alto, il medico di medicina generale resta la figura di riferimento per l’assunzione di un integratore dedicato, cui segue lo specialista, il cardiologo in particolare. Dunque per i ¾ degli italiani l’assunzione di un integratore/nutraceutico è informata e consapevole, cioè dietro prescrizione medica, contro il 56% che invece ne fa richiesta in autonomia. Spesso rivolgendosi al farmacista, che acquista agli occhi del consumatore/paziente un ruolo sempre più prevalente di consigliere di buona salute o comunque di guida nella scelta di un prodotto o terapia specifica.

Il ruolo della rete

Ancora una volta, secondo l’indagine, gli italiani non disdegnano il web per la ricerca di informazioni su prodotti specifici o sulla salute in generale. Si affidano all’online il 92% degli utenti, di cui il 41% accede con maggiore frequenza per recepire informazioni di ambito medico/salutistico, riferite prevalentemente a sintomi per patologia, integratori per il benessere e prevenzione.