Che la dieta sia fondamentale nella prevenzione di molte forme tumorali è oramai evidente e gli studi che lo attestano sono sempre di più. Di recente un lavoro internazionale, al quale ha collaborato anche l'Istituto Europeo di Oncologia (IEO), ha confermato il ruolo fondamentale di fibre e di un microbiota sano anche per ottenere una buona risposta dalle terapie oncologiche.

Pubblicato su Science, lo studio ha preso in considerazione 438 pazienti sottoposti a immunoterapia per un melanoma metastatico, studiandone le caratteristiche del microbioma intestinale e le caratteristiche clinico-patologiche. Tutti hanno risposto a un questionario relativo ad alimentazione e stili di vita. Gli autori hanno così scoperto che i pazienti che hanno risposto meglio al trattamento erano quelli abituati a mangiare più fibre.

Spiega il dottor Luigi Nezi, direttore dell’Unità di “Microbiome and antitumor immunity” dell’IEO e tra gli autori dello studio: «sappiamo che il microbiota intestinale influisce sull’attività del sistema immunitario ed è in parte dimostrato che, proprio per questa sua funzione “immunomodulante”, gioca un ruolo nella risposta dell’organismo alle cure oncologiche, in particolare all’immunoterapia. Tuttavia, ancora non conosciamo tutti i dettagli di come questo avvenga. Il nostro studio ha offerto delle prime risposte. Sappiamo che la composizione del microbiota, oltre che a fattori genetici, è legata allo stile di vita dell’individuo ed è influenzata da molteplici fattori esterni come stress, attività fisica e dieta. Noi ci siamo concentrati su quest’ultima, focalizzandoci sull’assunzione di fibre, che sappiamo essere regolatori essenziali della flora intestinale.

Dall’analisi dei dati clinici è emerso un forte legame tra risposta terapeutica e contenuto di fibre nella dieta, a suggerire che i pazienti che assumono un quantitativo più alto di fibre traggano maggiore beneficio dall’immunoterapia. Per stabilire se ci fosse una relazione di causa-effetto, è stata modulata sperimentalmente l’assunzione di fibre in modelli preclinici e, analogamente a quanto osservato nei pazienti, si è avuta conferma che il gruppo al quale veniva fornita una dieta ad alto contenuto di fibre rispondeva significativamente meglio all’immunoterapia rispetto al gruppo di controllo. È importante sottolineare come la migliore risposta clinica sia stata accompagnata da un cambiamento della composizione e struttura del microbiota intestinale, che acquisisce tratti simili a quelli osservati nei pazienti abituati ad una dieta ricche di fibre».

Lo studio porta però novità anche in merito all'uso di probiotici in contemporanea alle terapie oncologiche: sembra infatti che la loro somministrazione non sia sempre efficace. Ciò che rende sano il microbiota intestinale è infatti la sua diversità: gli autori si sono quindi chiesti se l'assunzione di un probiota generico possa alterare, piuttosto che migliorare, la composizione dei batteri intestinali, di fatto contrastando il successo terapeutico. Gli esiti ottenuti dall'osservazione dei pazienti ha confermato questa ipotesi. Riprende il dottor Nezi: «dobbiamo considerare il microbiota intestinale come un’estensione del nostro corredo genetico e del nostro stato metabolico. Così come abbiamo lavorato per anni per trovare gli agenti terapeutici più appropriati per specifiche mutazioni associate ai tumori, anche la modulazione del microbiota a scopo terapeutico deve essere preceduta da un’analisi molto accurata delle sue caratteristiche. Gli studi che stiamo attualmente conducendo, nel mio come in tanti altri laboratori nel mondo, mirano proprio ad approfondire queste conoscenze».

I risultati sottolineano quindi non tanto l'inutilità di utilizzare probiotici in associazione con le terapie oncologiche, ma l'esigenza di studiare prima nel dettaglio il microbioma del paziente e sapere come modularlo per avere buone risposte, e quindi di quali probiotici ha bisogno.

Fonte:

  • Spencer CN et. al. "Dietary fiber and probiotics influence the gut microbiome and melanoma immunotherapy response". Science. 2021 Dec 24;374(6575):1632-1640. doi: 10.1126/science.aaz7015. Epub 2021 Dec 23. PMID: 34941392