Il caffè è la fonte prevalente di caffeina (o teina), sostanza alcaloide stimolante con effetto fisiologicamente attivo di eccitante su diverse funzioni e reazioni dell’organismo. A questo introito si può aggiungere quello proveniente in maniera diretta da altri alimenti o principi attivi che contengono caffeina, come frutti, foglie e semi di fave di cacao, foglie di yerba mate e bacche di guaranà, o in maniera indiretta tramite pasticceria cotta al forno, gelati, dolci e bevande a base di cola cui viene aggiunta. Inoltre, la si può trovare accompagnata a taurina e glucuronolattone in bevande energetica e a sinefrina in alcuni integratori alimentari a scopo dimagrante e/o a miglioratori delle prestazioni sportive, oltre che in farmaci e cosmetici.

In funzione di questo largo uso e consumo, la caffeina resta quindi un ingrediente da sempre indagato, con lo scopo di valutarne i potenziali benefici sull’organismo. Tra i lavori più recenti, una review della National University of Singapore and National University Health System, Singapore e della Harvard T.H. Chan School of Public Health e del Women's Hospital and Harvard Medical School di Boston (US) pubblicato sul New England Journal of Medicine, da cui emergono alcune interessanti considerazioni.

Caffeina, l'azione preventiva

Dall’analisi effettuata dai ricercatori è emerso che in letteratura sono reperibili diversi studi che fanno ipotizzare l’effetto di contrasto svolto dalla caffeina nei confronti di patologie neurodegenerative: rallenterebbe il declino cognitivo, allontanerebbe il rischio di sviluppare morbo di Alzheimer, ma non solo. Abbasserebbe in qualche misura i tassi di mortalità associati a malattia cardio circolatorie e diabete con, infine, effetti protettivi per i tumori del fegato e dell'endometrio.

Dal 2016 il caffè figura tra le sostanze che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) qualifica come non cancerogene. Non va dimenticato che il caffè contiene anche centinaia di altre sostanze fitochimiche biologicamente attive, quali polifenoli, tra cui l'acido clorogenico e i lignani, l'alcaloide trigonellina, melanoidine derivanti dalla tostatura e modeste quantità di magnesio, potassio e vitamina B3. Tutti componenti che agiscono sullo stress ossidativo, sul microbioma intestinale e sul metabolismo del glucosio e dei grassi.

Meccanismo di azione

Il processo di assorbimento della caffeina si completa entro 45 minuti dall'ingestione con un picco nel sangue fra i 15 e i 120 minuti; una volta che viene metabolizzata nel fegato produce paraxantina e, in quantità minori, teofillina e teobromina, a loro volta trasformate in acido urico ed escrete con l'urina. Va inoltre considerata la diversa emivita: negli adulti varia da 2,5 a 4,5 ore, con possibili oscillazioni in funzione dell'età o di altre condizioni. I neonati hanno una capacità limitata di metabolizzare la caffeina (emivita di circa 80 ore). Il fumo ne diminuisce l'emivita fino al 50% e l'uso di contraccettivi orale invece la raddoppia. In gravidanza, soprattutto nel terzo trimestre, l'emivita può arrivare fino a 15 ore.

Caffè, i benefici

Un vasto corpus di dati, dicono gli autori, suggerirebbe che il consumo di caffè non aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e tumori. Se tuttavia il consumo di 3-5 tazze di caffè al giorno può associarsi a un ridotto rischio di diverse malattie croniche, dall’altro il superamento delle dosi standard stimate in 400 mg di caffeina al giorno per gli adulti e di 200 mg al giorno per le donne in gravidanza e in allattamento può avere vari effetti negativi. Dosi che, nonostante le linee guida, sono soggette a rimodulazioni, ovvero all’assunzione di una quantità inferiore o leggermente superiore di caffeina dovuta alle variazioni del metabolismo e della sensibilità alla sostanza da persona a persona. Le attuali indicazioni dunque non attribuirebbero a caffeina o caffè una azione prevenzione nei confronti di specifiche patologie, ma fanno rientrare il consumo moderato di caffè o tè, in assenza delle condizioni elencate, fra le abitudini di uno stile di vita sano.

Fonte:

  • van Dam RM, Hu FB, Willett WC. Coffee, Caffeine, and Health. N Engl J Med. 2020 Jul 23;383(4):369-378. doi: 10.1056/NEJMra1816604. PMID: 32706535.