L'artrite reumatoide è una patologia auto-immune causata da fattori genetici predisponenti e non genetici, che possono attivare la malattia. Tra questi ultimi vi sono infezioni, ormoni, stress, fumo, obesità e abitudini alimentari. L'artrite reumatoide colpisce soprattutto donne tra i 40 e i 50 anni, determinando sintomi principalmente a carico delle articolazioni che diventano gonfie, dolenti e, nel tempo, deformate; essendo una patologia sistemica non manca di interessare anche altri organi e apparati, come polmoni, sierose, occhi, cute e vasi. Il percorso di cura di questi pazienti si basa sulla sinergia tra terapie farmacologiche e non farmacologiche: il movimento fisico è, in particolare, essenziale per rinforzare la muscolatura e rallentare la degenerazione articolare. Importante anche, per i soggetti in sovrappeso, incentivare il dimagrimento per diminuire il carico sulle articolazioni. L'ideale sarebbe ridurre l'apporto di grani raffinati in favore di quelli integrali, ricchi anche in proteine, vitamine e sali minerali, e aumentare l'intake di verdure e cibi poco grassi. Parlando di alimentazione, negli anni sono aumentati siti online e professionisti che suggeriscono la completa eliminazione del glutine per ridurre lo stato infiammatorio del corpo. Ma è davvero un intervento efficace?

Secondo una recente revisione spagnola, pubblicata su “Nutrients”, non esistono evidenze certe che il glutine abbia una qualche influenza sull'evoluzione dell'artrite reumatoide. Ma andiamo con ordine. Gli autori hanno cercato nella Letteratura tutti gli studi che mettono in relazione l'artrite reumatoide con il glutine, individuandone 16. Le analisi successive hanno mostrato come, tra questi studi, quelli che mettono in relazione l'eliminazione del glutine con miglioramenti nella sintomatologia dell'artrite reumatoide hanno modificato contemporaneamente anche altre variabili, rendendo difficile stabilire quali fattori abbiano davvero inciso sulla malattia. In alcuni casi oltre al glutine sono state eliminate tutte le proteine animali, introducendo una dieta vegana, oppure solo quelle del latte e della carne, ma lasciando quelle delle uova. Questi stessi studi si basano inoltre su campioni troppo piccoli per essere rappresentativi: basti pensare che, in tutto, si parla di poco più di 1200 soggetti. Infine, tra i 16 studi inclusi, molti sono a loro volta revisioni della letteratura che includono questi stessi studi pieni di bias. Per queste ragioni gli autori spagnoli sottolineano che non è possibile definire il ruolo giocato dal glutine nell'artrite reumatoide e, quindi, non ci sono indicazioni chiare e scientificamente basate della necessità di eliminare il glutine in pazienti non celiaci e nemmeno che questa eliminazione porti reali benefici nei pazienti con artrite reumatoide. Sarebbe importante condurre studi in cui viene eliminato solo il glutine, lasciando inalterata il resto della dieta del soggetto: in questo modo si potrebbe valutarne il reale impatto sulla malattia. Gli esiti di questo lavoro sono interessanti, soprattutto se si pensa che il mercato dei prodotti gluten-free è in grande espansione in questo momento storico e che il glutine sembra essere diventato il grande “cattivo” della dieta di ognuno di noi. Con la loro revisione i ricercatori spagnoli riportano, forse, un po' di equilibrio in questo campo.

 

Studio: Lidón, A.-C.; Patricia, M.-L.; Vinesh, D.; Marta, M.-S. Evaluation of Gluten Exclusion for the Improvement of Rheumatoid Arthritis in Adults. Nutrients 2022, 14, 5396. https://doi.org/10.3390/nu14245396