Il microbiota intestinale del neonato è molto mutevole e la sua composizione può essere facilmente influenzata da vari fattori, in primis l'allattamento al seno o l'uso di latte artificiale. In questo senso, è noto che il latte materno, ricco in oligosaccaridi specifici, favorisce l'instaurarsi di una popolazione batterica sana ed efficiente nel sostenere l'attività del sistema immunitario, cosa che non fa il latte artificiale. Si ricorda che un microbioma inadeguato nei primi anni di età si può associare ad asma, malattia di Chron, intestino malattia infiammatoria intestinale e anche diabete di tipo 1. Un altro momento importante, nella modificazione del microbiota intestinale, si ha durante lo svezzamento.

In ogni caso, fino ai 3 anni circa il vita, il microbioma intestinale di un bambino risente facilmente dell'ambiente e delle abitudini acquisite: da quel momento in poi si instaura un microbioma caratteristico, che tende a restare fino alla fase adulta, a meno di non intervenire con cambi alimentari e assunzione di probiotici o similari.

Secondo gli autori di un recente studio, pubblicato su Nutrients, ci sono altri fattori da tenere in considerazione quando si pensa allo sviluppo del microbioma intestinale di un bambino. Qualora questi venga allattato esclusivamente con latte umano, va preso in considerazione se l'allattamento è esclusivo al seno o se il latte viene da banca del latte o similari, perché in questo secondo caso ci può essere l'introduzione di specie batteriche non presenti nel latte materno. Se si pensa invece ai bambini che usano anche, o solo, latte artificiale, allora gli effetti sulla flora batterica intestinale possono dipendere dalla tipologia di acqua utilizzata e dalla zona di residenza.

C'è poi un altro fattore che vale la pena di analizzare: l'assunzione di Vitamina D, suggerita ai bambini allattati esclusivamente al seno, perché nel latte materno la quantità di questa vitamina è altamente variabile. Gli autori dello studio hanno proprio cercato di capire come e se l'assunzione di Vitamina D in neonati allattati esclusivamente al seno modifichi il microbioma.

191 i neonati coinvolti, tra i 3 e i 9 mesi di età: per ognuno è stato raccolto un campione di feci. I neonati sono stati divisi in tre gruppi: uno esclusivamente allattato al seno; uno di bambini parzialmente allattati al seno; uno di bambini non alimentati al seno. Una prima evidenza è che nei bambini alimentati esclusivamente con latte materno l'indice “Diversità di Shannon” è inferiore a quello degli altri due gruppi,Gli autori non hanno invece trovato differenze tra i tre gruppi nell'indice Chao1, che stima il numero assoluto di specie presenti in un campione.

Se però ci si concentra solo sul gruppo dei soggetti esclusivamente alimentati a seno, quelli che usano vitamina D hanno un indice di Chao1 inferiore agli altri: un aspetto importante, che mette in evidenza il ruolo positivo della vitamina D in questa popolazione. Un ruolo che si unisce a quello, già evidenziato in altri studi, di protettore della mucosa intestinale. Lo studio, open, scende nel dettaglio delle diverse specie batteriche e non coinvolte nella costituzione del microbioma intestinale degli infanti e fa anche una serie di interessanti riflessioni rispetto all'impatto del livello di scolarizzazione e stato sociale delle madri nel determinare la qualità del microbioma intestinale nei bambini non allattati al seno. Con l'introduzione di cibo solido la qualità degli alimenti utilizzati diventa infatti essenziale e avere le conoscenze adeguate a scegliere bene, o i soldi necessari ad acquistare alimenti di qualità, può fare la differenza.

Fonte:

  • Ma, T.; Bu, S.; Paneth, N.; Kerver, J.M.; Comstock, S.S. "Vitamin D Supplementation in Exclusively Breastfed Infants Is Associated with Alterations in the Fecal Microbiome". Nutrients 2022, 14, 202. https://doi.org/10.3390/nu14010202