Non solo l'intestino e la mucosa orale sono casa per varie specie microscopiche, ma anche la pelle lo è. Esternamente è rivestita da una comunità di micro-organismi simbioti che la proteggono, quando sono in equilibrio, da agenti patogeni. La composizione di questa comunità invisibile è in parte determinata geneticamente, ma può essere influenzata dalla dieta, dagli stili di vita e anche da cambiamenti ormonali.

Alcune delle patologie che si sviluppano a partire da una flora cutanea in squilibrio sono la dermatite atopica, la psoriasi e l'acne. Quest'ultima è una forma tipica dell'adolescenza ed è in buona parte legata alle variazioni ormonali che caratterizzano questa età: dal punto di vista dermatologico, consiste nell'infiammazione dei follicoli pilosebacei che evolve prima nei brufoli, più o meno estesi, e nei casi più gravi anche in noduli o cisti.

Dal punto di vista batterico, la specie maggiormente responsabile dell'acne è il Cutibacterium acnes, specie estremamente presente nella flora cutanea di soggetti sani con pelle grassa, soprattutto a livello di viso e schiena. Qual è la distribuzione dei diversi ceppi di questo battere? Sembra che questi coesistano sulla superficie cutanea, ma colonizzando pori differenti: in altre parole, i pori diventano come delle piccole colonie clonate di una sola cellula di Cutibacterium acnes, il che significa che condividono il genotipo, con una variabilità quasi nulla. Ciò potrebbe essere dovuto alla stessa antomia del poro, che consente l'accesso di una singola cellula: questa deve però arrivare in fondo al poro, dove non c'è ossigeno ma molti nutrienti, per iniziare a duplicarsi e a creare la propria colonia.

Questi i risultati di uno studio condotto presso il Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, negli Stati Uniti, coordinato dal professor Tami Lieberman e pubblicato su Cell Host Microbe. Gli autori hanno anche ipotizzato la necessità di rimuovere le colonie di Cutibacterium acnes dai pori cutanei prima di avviare cure con probiotici per ristabilire una flora batterica sana.

Per quanto riguarda i probiotici da utilizzare, secondo un secondo studio, questa volta di un team belga e pubblicato su Cell Reports Medicine, si potrebbero utilizzare dei ceppi di Lactobacilli, una famiglia di batteri cutanei sottostimata secondo gli autori. In questo lavoro il team di ricerca prima ha selezionato alcuni ceppi di Lattobacilli potenzialmente utili contro i batteri patogeni della cute e in grado di risurne l'infiammazione, per poi inserirli in una crema “curativa”. Hanno quindi dimostrato che l'applicazione di questo prodotto per 8 settimane può ridurre la presenza di Staphylococci e Cutibacterium acnes nella flora cutanea e aumentare invece la popolazione dei lactobacilli. Ovviamente c'è stata una riduzione delle lesioni cutanee associata all'uso della crema... con esiti che hanno resistito almeno quattro settimane dopo la fine della cura, a indicare una probabile rimodulazione della flora batterica cutanea. L'uso di lactobacilli nella lotta all'acne è una nuova frontiera e richiede ancora studi, ma i primi esiti sono senza dubbio positivi.

Fonti:

  • Conwill A, Kuan AC, Damerla R, Poret AJ, Baker JS, Tripp AD, Alm EJ, Lieberman TD. "Anatomy promotes neutral coexistence of strains in the human skin microbiome". Cell Host Microbe. 2022 Feb 9;30(2):171-182.e7. doi: 10.1016/j.chom.2021.12.007. Epub 2022 Jan 6. PMID: 34995483; PMCID: PMC8831475.
  • Lebeer, Sarah et al. Cell Reports Medicine, Volume 3, Issue 2, 100521. Doi: DOI:https://doi.org/10.1016/j.xcrm.2022.100521