L'alimentazione è il primo alleato della salute: lo sapevano già gli antichi, Ippocrate in testa, con la sua celebre frase “il cibo sia la tua medicina, che la medicina sia il tuo cibo”, ma non solo, come dimostra il fatto che questa convinzione è parte integrante di molti sistemi di medicina tradizionale, tra i quali quello cinese (MTC) e quello indiano (Ayurveda). Da parecchi anni oramai anche la medicina occidentale ha riscoperto l'importanza di una sana alimentazione, tanto da ricercare la correlazione tra particolari cibi e particolari affezioni. Per esempio, è noto che l'assunzione di grassi essenziali (Omega-3 e Omega-6) può favorire il benessere cardiaco, riducendo il rischio di infarti.

Un recente studio giapponese, condotto su modello murino, ha invece individuato una possibile relazione tra quantità e qualità di proteine assunte e lo sviluppo di patologie neurodegenerative [1]. Gli autori hanno ipotizzato che la quantità e tipologia di proteine assunte possa modificare i processi patologici che avvengono nel cervelli, facilitando o prevenendo l'insorgere di demenze neurodegenerative. In particolare, si è valutato l'effetto protettivo di una combinazione di 7 aminoacidi, chiamata Amino LP7: questa contiene leucina, lisina, valina, triptofano, fenilananina, isoleucina e istidina.

Gli autori hanno quindi osservato che una carenza nutrizionale proteica riduce l'integrità e la funzionalità sinaptica, senza però incidere negativamente sulla perdita di neuroni e l'instaurarsi di una condizione neuro-infiammatoria. Un risultato senza dubbio interessante. Lo è forse ancora di più quest'altro: l'assunzione dei 7 aminoacidi sopra indicati sembra avere un'azione protettiva nei confronti delle sinapsi, riducendo le risposte infiammatorie del tessuto e contrastando attivamente l'atrofia cerebrale.

Gli autori hanno provato a fare delle ipotesi che spieghino l'azione di questo composto aminoacidico: è possibile che i meccanismi d'azione siano molteplici, ma tra questi vi è probabilmente quello di compensare la carenza di neurotrasmettitori. D'altronde, molte di queste importanti sostanze chimiche sono prodotte dal corpo proprio a partire da aminoacidi. È importante sottolineare che questa stessa composizione di aminoacidi è già stata testata su uomo in un precedente studio randomizzato in doppio cieco [2]. I soggetti in questo caso avevano più di 55 anni e hanno assunto l'integratore per 12 settimane, ottenendo un miglioramento della soglia di attenzione, della flessibilità cognitiva e anche delle funzioni psico-sociali.

Fonti:

  1. H. Sato, Y. Takado, S. Toyoda, M. Tsukamoto-Yasui, K. Minatohara, H. Takuwa, T. Urushihata, M. Takahashi, M. Shimojo, M. Ono, J. Maeda, A. Orihara, N. Sahara, I. Aoki, S. Karakawa, M. Isokawa, N. Kawasaki, M. Kawasaki, S. Ueno, M. Kanda, M. Nishimura, K. Suzuki, A. Mitsui, K. Nagao, A. Kitamura, M. Higuchi, Neurodegenerative processes accelerated by protein malnutrition and decelerated by essential amino acids in a tauopathy mouse model. Sci. Adv. 7, eabd5046 (2021)
  2. Suzuki, D. Yamashiro, S. Ogawa, M. Kobayashi, D. Cho, A. Iizuka, M. Tsukamoto-Yasui, M. Takada, M. Isokawa, K. Nagao, Y. Fujiwara, Intake of seven essential amino acids improves cognitive function and psychological and social function in middle-aged and older adults: A double-blind, randomized, placebo-controlled trial. Front. Nutr. 7, 586166, 2020